Non potevo non scriverle queste righe! Enzina è la mia amica più “antica” tra le tantissime che posso orgogliosamente vantare in quel di Lauria. Ricordo ancora il nostro incontro: era il 21 dicembre del 1996, tardo pomeriggio: indossava un baschetto di lana ed un paio di occhiali da vista. Mi fu presentata, al volo, lungo il Viale della Villa Comunale del Rione Superiore, dove passeggiavo non certo per caso.

Quel nome non mi disse, allora, assolutamente nulla ma, come mi spiegarono tramite la vasta rete di parentele, in realtà sapevo di lei da molto tempo prima: il ramo materno di quella sua parentela mi condusse dritto a Maratea, da suo zio Valerio, conoscenza che, personalmente, risale alla metà degli anni ’80.
A quel punto, ricollegai anche il drammatico episodio che aveva colpito la sua famiglia nell’aprile del 1996: perdere la Mamma a quell’età! Non osai minimamente immaginare…Da quella sera, sicuramente anche grazie a quei contatti familiari che nel tempo si sono ampliati, Enzina non solo non è mai più uscita dalla mia vita, ma vi è entrata -per rimanervi dentro- attraverso la porta più importante, quella dell’amicizia: sincera, costante, presente e sempre disponibile, non solo nel lungo arco di tempo in cui le “ragioni del cuore” mi avevano portato a Lauria, ma soprattutto dopo. Già, dopo. Sarò sincero: queste poche righe -purtroppo rivedute e corrette dopo la scomparsa di suo Padre, Simone- fanno parte di un paragrafo a lei tutto dedicato che già avevo elaborato per la mia prossima pubblicazione che spero di terminare al più presto. L’avevo scritto di getto -quel paragrafo- la notte tra il 21 ed il 22 gennaio del 2006, a proposito di Amicizia, Amore ed Amori, di persone care che popolano la mia vita. Le devo molto in termini di amicizia, di affetto e di condivisioni varie: tra le sue concittadine, è quella che più di tutte ha fatto per me ed Enzina sa bene a cosa mi riferisco: ogni telefonata, -gli auguri, gli inviti, i ragionamenti vari anche quando di recente ha insegnato nella “mia Milano”- diventava chilometrica. Sarà stato per l’antica conoscenza, per una particolare simpatia nata in quella sera prenatalizia del 1996, per una sensibilità tutta personale che collegai facilmente alle sue vicende familiari: sarà per tutto questo e per molto altro ancora che Enzina è diventata per me, nel tempo, anche il simbolo di un approccio alla vita cui guardare con ammirazione e forse anche con sana invidia, con tutto ciò che ne discende. Questione di sensibilità… Anche con la sorella Domenica -che nel frattempo avevo naturalmente avuto modo di conoscere- è nato negli anni un bel rapporto, lei con i suoi studi di archeologia su un territorio a me particolarmente caro. Nell’autunno del 2005, preparando la presentazione a Lauria di un mio libro, andai proprio da Enzina, a casa, per  consegnarle gli inviti per l’incontro: c’era il Padre, discutemmo di quel mio progetto e -gradito omaggio- mi donò un cd, “Napoli ieri e avantieri 1500-1975”. Era proprio una sua opera che trasudava di passione per la musica partenopea. Lo conservo gelosamente. Non so quanto possano aiutare poche righe in momenti come questi: so bene, però, per essere un tenace cultore dell’amicizia come virtù, che queste stesse poche righe serviranno a cementare ancor di più quell’antico legame. Soprattutto dopo la triste telefonata del mio caro amico Domenico. Ecco perché non potevo non scriverle queste righe…                

L’Eco di Basilicata, Calabria, Campania  
anno X n. 12- 15 giugno 2010                                                                                                                                                                                                                           Egidio Lorito

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