Ho incontrato Mimmo Sancineto appena qualche giorno addietro qui a Praia a Mare, durante uno dei suoi consueti appuntamenti con le librerie della zona. Pensavo, sinceramente che, dopo la “crisi” dell’autunno del 2013, le “condizioni di salute” del suo “sogno chiamato Apollinea” si fossero stabilizzate, tanto per usare termini medico-sanitari così in voga in questi cupi giorni dominati dallo spettro del “Coronavirus”. Ed invece la sua evidente commozione -un misto di rabbia e delusione che scaturiva “en plen air” dal suo essere intellettuale sensibile- mi ha a nuovamente lasciato esterrefatto, preoccupato, impaurito. Devo molto, in termini umani, culturali e professionali a Mimmo, a “Il Coscile” e ad “Apollinea”: termini temporali -direi- che pesano tutti come questi ventisei anni e mezzo di giornalismo ambientalista e paesaggista -culturale in senso lato- che mostrano tutti il loro peso specifico. Ancora una volta, dunque, è in pericolo la sopravvivenza stessa della nostra “Apollinea”!

E’ storia cristallizzata. All’inizio fu “Pollino. Il mensile del Parco”, rivista in cui mi imbattei per caso, e che attrasse immediatamente la mia attenzione di ventiquattrenne frequentatore delle montagne delle mie Regioni, la Calabria e la Basilicata: io “calabro-lucano doc”, con la mia innata voglia di conoscere storia, cultura e tradizioni dei due versanti delle mie origini familiari. Ricordo ancora la telefonata di presentazione ad Angelo Filomia, la sua raggiante gioia, il mio orizzonte di aspettative che andava a collimare con quelle “sommità” che frequentavo da sempre. Avrei vergato articoli sul mensile del Parco Nazionale del Pollino ed inaugurato la mia avventura di pubblicista! 
Mi presentai timidamente, quella domenica 23 maggio 1993, nel Salone del Palazzo di Città, a Castrovillari: conobbi Grazia Francescato, allora presidente nazionale del Wwf che, di ritorno da un viaggio sulle Montagne Rocciose, fu costretta a cambiare opinione: “le montagne più belle del mondo”, ci confidò entusiasta, “le avete voi, a pochi passi dall’uscio di casa!” A proposito di casa: ritornai a Praia entusiasta per quella giornata, portando con me la carica culturale respirata a pieni polmoni insieme, ahimè, ad una sonante multa di cinquantamila lire, reo di aver parcheggiato la mia Y10 -che pare, all’epoca piacesse alla gente che piaceva…- lungo Corso Garibaldi, proprio di fronte al Municipio. Ma quel giorno, di stava tutto. Aieta, i Monti d’Orsomarso, il massiccio del Sirino e dell’Alpi di Latronico furono oggetto dei miei articoli, tra origini familiari ed escursioni consolidate. Gli articoli, all’epoca, li redigevo rigorosamente a mano, in stampatello, spediti tramite la linea fax dell’edicola di fiducia: purtroppo nel gennaio del 1996, con rammarico, lessi il mio nome tra i ringraziamenti di Filomia che annunciava l’interruzione della pubblicazione.
Una sospensione, in realtà, perchè l’esperienza venticinquennale di un editore castrovillarese -animatore culturale dalla fine degli anni ’60, da quando, cioè, stava contribuendo a promuovere ambiente, cultura e tradizioni calabresi ben al di là dei suoi confini geografici- si sarebbe rivelata salvifica. Empatia personale, umana e culturale fecero il resto. Conquistai la fiducia di Mimmo Sancineto: un “curriculum” in borsa, un incontro nella sua rinomata galleria d’Arte e così la mia firma sarebbe continuata ad apparire ai piedi della montagna più settentrionale della Calabria, o di quella più meridionale della Basilicata, se preferite. Dal 1998, orgogliosamente, appaio tra i più fedeli e fidati collaboratori di “Apollinea”, nome evocativo, suggestivo ed immaginifico ancor di più, ed al ventiquattresimo anno di vita, con 138 numeri pubblicati, questa patinata e colta “Rivista Bimestrale del Territorio del Parco Nazionale del Pollino” rappresenta qualcosa di ben più intimo e profondo di un semplice organo di stampa. Sarà per le firme che vi si alternano, per l’autorevole “Comitato di Redazione” -nel quale Mimmo ha voluto inserirmi nel 2003- per la qualità dell’impaginazione, del design e della veste editoriale al quale l’amico Francesco Di Benedetto dedica le sue migliori energie; sarà per la varietà degli argomenti, per le splendide foto, per le accattivanti copertine. Per tutto questo e per molto altro ancora, “Apollinea” è riuscita a conquistarsi uno spazio importante tra le riviste specializzate dell’intero panorama nazionale, semplicemente grazie al “magico” abbraccio tra esperti del paesaggio proprio sulla linea di confine di Calabria e Basilicata.
Ed è accaduto così che la montagna della Calabria più settentrionale e quella della Basilicata più meridionale -incidentalmente bagnata da due mari, tanto per non farci mancare nulla…- continuino ad incontrarsi tra inchieste, articoli, recensioni, interviste, racconti che Mimmo mi ha sempre incitato -come per tutti i collaboratori, ovviamente…- a pubblicare su quei suoi 6 numeri annui. Spazio grafico che si è dilatato nel tempo, come nel luglio del 2005 quando “Il Coscile” -l’editrice che Mimmo dirige con mano salda dal 1969- diede alle stampe il mio “Tracce di Calabria”: un progetto culturale che, intimamente, altro non fu che un omaggio alla percentuale calabrese delle mie radici, un inno alla natura, un invito ad amare questa terra, senza nasconderne -ovviamente- le negatività, gli interrogativi, i lati oscuri.
Quelle amate “tracce” fanno bella mostra di sé nelle biblioteche personali di centinaia di prestigiose firme del giornalismo italiano e della cultura in genere che l’hanno ricevuto o l’hanno trovato come copia-omaggio nel corso delle ultime 13 estati, intervenendo, da ospiti, a “Praia, a mare con…”, la rassegna d’autore che, con molta testardaggine -coraggio?- organizzo qui a Praia, anche e soprattutto grazie alla lungimiranza di ben tre amministrazioni comunali che dal 2007 patrocinano l’evento.  
E negli anni, quasi obbedendo ad una missione divulgatrice, ho cercato di esportare “Apollinea” il più lontano possibile da Calabria e Basilicata stesse: come ho fatto tra il 2008 ed il 2013, quando l’indimenticato amico e Maestro Rolly Marchi, l’accolse fin dentro il suo natìo Trentino, nella sua mondana ed affascinante Cortina, nella sua  avanzata  Milano: l’inventore del  “Trofeo Topolino” e di mille iniziative tra cultura e sport, mi aveva anche aperto le porte de “La Buona Neve”,  rivista “en vogue” tra i vip del bel mondo della montagna, e così, nel 2008 nacque anche una singolare e stimolante triangolazione editoriale: La “Buona Neve” a Cortina, “Apollinea” nel Parco del Pollino, io a Praia a tessere i contatti, avendolo anche ospitato nel corso della rassegna di quell’anno: conosceva il pino loricato, il più meridionale “ghiacciaio” d’Italia, le discussioni sul Parco, ed “Apollinea” l’ha omaggiato in occasione dei suoi 90 anni, nel maggio del 2011, prima che ci lasciasse nell’ottobre del 2013. O come continuo a fare con un’altra importante rivista nazionale, “Montagna” -organo dell’Gruppo italiani scrittori di montagna- edita da Bepi Pellegrinon, in quel di Falcade, nel bellunese, a due passi dai luoghi cari a Papa Giovanni Paolo I.  Ancora ai piedi delle Dolomiti, il Pollino ed Apollinea, fanno bella mostra di sé, accolte con curiosità ed ammirazione, un’occasione di incontro tra il Sud calabro-lucano ed il Nord dolomitico, veneto e trentino, quello del turismo colto e raffinato.  
Sono testimone -e lo sono tutt’ora- di quanto la nostra “Apollinea” sia stata apprezzata in realtà geograficamente e socialmente lontane dalle nostre, per tutela del territorio e valorizzazione della cultura locale: e lo dico con gioia, ma anche con evidente rabbia… Già, rabbia! Esattamente come accadde in quell’autunno del 2013, quando Mimmo mi confidò che “Apollinea” non godesse affatto di ottima salute, con il rischio di dover chiudere i battenti! Allora come oggi: la rivista non può reggersi con le sole vendite, con i pochi abbonamenti privati, i pochi coraggiosi sponsor, e che praticamente nessuno tra i 56 comuni del Parco abbia un abbonamento attivo. Sottolineandomi le promesse dell’Ente Parco…
Quell’allora senso di rabbia e tradimento sono ritornati prepotentemente, oggi come allora. All’ombra delle Dolomiti, ad uno sconosciuto giovane del Sud, alla sua “Apollinea”, al suo “Tracce di Calabria”, al suo editore, in quel periodo, venivano stesi tappeti rossi -inviti, ospitalità, collaborazioni editoriali, e quant’altro- e poi, nella propria terra quello stesso giovane, la sua rivista, il suo libro, il suo editore incontravano -allora come oggi- difficoltà? Aggiungo dell’altro: da anni mi dedico ad inviare “Apollinea” ad autori, editori, giornalisti, “Sindaci” che vivono ben al di sopra del fiume Po, ricevendone congratulazioni, ringraziamenti, attestati di stima, incoraggiamenti. La stessa pratica seguo nell’area di mia “pertinenza”: attendo ancora risposte…
Consentitemelo: è una questione culturale. Di sensibilità, di stile, di educazione, di maniere, di approccio alla vita. Oltre che di capacità di vivere in comunità. Ma è anche, ahinoi, una questione politica, non nel senso più nobile termine, ma in quello di “potere” da esercitare in un dato territorio, con la conseguenza di sbagliare   approccio: ora sociale, ora amministrativo, ora culturale. Appunto… 
Per indole e “curriculum” professionale cerco sempre di mantenere un “understatement” rodato: cerco di far prevalere il dialogo all’invettiva, il confronto allo scontro, l’analisi al facile populismo, il dibattito allo starnazzare incontrollato. E spero, vivamente che chi ricopre responsabilità politiche, a tutti i livelli, nell’area settentrionale della Calabria come di quella meridionale della Basilicata, avrà la bontà di leggere questa mia riflessione, riflettendo sulla sciagurata ipotesi che scomparendo “Apollinea”, calerebbe il sipario culturale su un territorio che la nostra rivista -la rivista di tutti…- da ventiquattro anni contribuisce a far conoscere e promuovere.  D’accordo: non viviamo all’ombra delle Dolomiti, ma la natura non ci ha certo fatto mancare nulla. Compreso un prodotto culturale che di quella “natura” è parte integrante. Anche in tempi di “Coronavirus”…      

Apollinea.  Rivista Bimestrale del Territorio del Parco Nazionale del Pollino
Anno XXIV, numero 2 / Marzo-Aprile 2020   

Praia a Mare, 12/03/2020                                                   Egidio Lorito