Non è difficile individuare il luogo sulla carta geografica: basta una semplice triangolazione che ferma i propri vertici tra Capo Palinuro ad ovest, i monti del Pollino ad est, e quel Passo dello Scalone che chiude a sud il gruppo dell’Orsomarso per aprire -a sua volta- la strada alla Catena Costiera. Questo è il luogo dove Campania, Basilicata -o forse, sarebbe più corretto dire Lucania, come piaceva agli antichi- e Calabria giocano ad inseguirsi: perché la Calabria inizia dove finisce la Basilicata, poco più a sud di questo luogo in cui i confini della Campania danno il via a quelli lucani, a loro volta seguiti da quelli calabresi. Il luogo è tutto all’interno di quel Golfo di Policastro, gioiello naturalistico-ambientale che vede precipitare dentro di sé le coste, ora sabbiose ora rocciose, di ben tre Regioni.
Paesaggio calabrese e tradizione locale si fondono spesso per creare un’interazione uomo-ambiente. All’interno del Parco Nazionale del Pollino, questa singolare prospettiva diviene protagonista di uno dei principali riti della Settimana Santa, ancor oggi capace di attirare migliaia di visitatori e credenti per assistere partecipi alla rivisitazione della passione, morte e resurrezione del Cristo. Conosciamo già Laino Borgo, locus di questa toccante rappresentazione: il singolare centro del versante calabrese del Pollino, posto sulle rive del fiume Lao, tra colline verdeggianti e balzi d’acqua -da tempo, ormai, meta privilegiata di rafters e canoisti di tutt’Italia, vanta origini che tradizionalmente si fanno risalire ai primi del VI secolo a.C.