Appare spesso antipatico -e l’avverbio vale come una “captatio benevolentiae”- come solo le stelle di prima grandezza sanno essere: quasi sempre sopra le righe, caustico, corrosivo e anticonvenzionale, possiede il merito, sempre più raro nel giorna lismo italiano contemporaneo, di rimanere fedele a sé stesso, anche quando questo attaccamento alle proprie convinzioni potrebbe apparire non proprio politicamente corretto. Almeno agli occhi della “massa” dei lettori, accezione, questa, da non intendersi negativamente, ma secondo quella chiave di lettura che fece la fortuna degli studi sociologici di prima grandezza, da Chicago a Francoforte.