Già il termine “politici” mi sembra eccessivo: storicamente legato ad una categoria filosofico-giuridica che oggi non trova più corrispondenti, da sempre preferisco il meno ingombrante “amministratori”. Comunali, provinciali, regionali, forse anche nazionali, i rappresentanti della categoria -coloro, cioè, che hanno ricevuto un’investitura popolare- credo, debbano molto più modestamente essere considerati -e considerarsi- né più né meno che degli amministratori pubblici pro-tempore, chiamati dal corpo elettorale a reggere le sorti di un’entità territoriale. Non me ne vogliano i tanti “politici” locali che leggono le pagine di questo incisivo quindicinale, ma credo, francamente, che il termine sia un po’ troppo pomposo e poco corrispondente a quanto poi noi -corpo elettorale- riceviamo in cambio.
Caro Direttore, questa volta sarò ancora più duro di qualche mio ultimo intervento, ma quando alcuni “oscuri personaggi” superano i limiti della decenza, non si può fare a meno di attivare tutte le strategie difensive, partendo proprio da una vibrata risposa a mezzo stampa. Come ben sai, da due anni sono impegnato a Praia, a titolo puramente gratuito (!), nell’organizzazione di una ricca rassegna culturale che per la qualità dei nomi intervenuti, la varietà degli argomenti affrontati e le migliaia di spettatori intervenuti, si è guadagnata un posto di primissimo piano nel concorrenziale panorama degli eventi culturali nazionali che da Cortina a Taormina occupano molte delle serate estive.
Dopo De Magistris, anche il Gip Clementina Forleo è stata trasferita d’ufficio dal Consiglio Superiore della Magistratura perchè ritenuta incompatibile con gli uffici del Tribunale milanese dopo gli scontri con i Pubblici Ministeri e in seguito al “disagio” provocato tra i colleghi a seguito delle ormai celebri esternazioni durante la puntata di “Annozero” su una serie di “sottili pressioni” subite dai “poteri forti” e da “soggetti istituzionali” durante la vicenda Bnl-Unipol. Avevo già preso pubblica difesa del Pm Luigi De Magistris, cui è toccata di recente la stessa sorte: trasferimento ambientale oltre che “funzionale”: il coraggioso Luigi -cioè- non potrà più esercitare le funzioni di Pubblica Accusa.
Sono bastate appena le due serate iniziali della rassegna “Praia, a mare con…” per capire un passaggio fondamentale che ai più sfugge, classe politica su tutti. Quando Francesca Fogar -figlia dell’indimenticabile Ambrogio- e Rolly Marchi, cantore delle incomparabili Dolomiti, hanno messo piede sulla nostra pedana di Piazza Italia, non hanno potuto fare a meno di rappresentare all’attenta platea l’incanto provato per i nostri luoghi. E parlavano due che in fatto di viaggi, il Mondo, l’hanno girato davvero e non solo per vacanze… Quando l’ideatore del Trofeo Topolino e della partecipazione di una barca italiana (Azzurra) alla Coppa America di Vela ha esordito dicendo: “ah, la Calabria, voi avete la Sila, il Pollino: avete gli alberi più belli d’Italia e d’Europa” -ovvero pini Larici e Loricati- sono stato travolto da un’ondata di orgoglio.
E’ la grande assente dal dibattito sociale contemporaneo. Anni di disimpegno civico, soprattutto nelle regioni meridionali, di carenza di azioni propositive, di preoccupante ascesa della chiusura sociale che trasforma la vita pubblica in sempre più ristretti circoli elitari hanno trasformato la società italiana in una preoccupante società dell’anonimato, protesa solo all’interesse personale o a quello di ristrette elìtes che sembrano vivere su torri d’avorio avulse dal contesto moderno.
E’ il cancro della società meridionale. Il provincialismo, appunto, che tutto omogeneizza e rende adattabile esclusivamente agli angusti limiti geografici del proprio “locus”. Me ne sto accorgendo in modo certo e forte in questi ultimi anni, passati -per motivi professionali- a stretto contatto con la vita pubblica. Sei un avvocato? Nei nostri borghi sarai costretto a portare rispetto ed ossequio per quei rappresentanti il cui nome fa parte di diritto dell’elenco dei “mammasantissimi”. Rispetto? Forse più timore reverenziale… Sei un giornalista? Se vuoi continuare a scrivere su un qualunque giornale di provincia non potrai che non adeguarti alla linea editoriale fatta di ossequio nei confronti dei potenti di turno: qui il diritto di rettifica si è trasformato in “rettifica del diritto”: cioè hanno mutato la libertà di manifestazione del pensiero…