Sottoscrivo in pieno quanto scritto da Francesco Bevilacqua, sottoforma di editoriale, giusto lo scorso numero. Con le sue ben note qualità dialettiche, immaginifiche -a metà tra l’arma seduttiva e l’arringa in perfetto stile forense… - Francesco ha anticipato a tutti i lettori di “Apollinea” il tema destinato a diventare il leit motiv da qui in avanti. E non ci vuole molto per capire il messaggio lanciato: c’è il rischio che dopo oltre diciassette anni la rivista possa chiudere! Non vorrei essere catastrofico, ma l’amarezza con cui Mimmo Sancineto mi ha confidato, appena qualche giorno addietro, la triste realtà in cui la nostra rivista si muove, mi fa preoccupare.
“Conobbi Gianni De Michelis nel 2002. Fu un incontro casuale, legato in qualche modo alla sera del 19 gennaio 2000, giorno della morte ad Hammamet di Bettino Craxi. Mi aveva colpito molto, durante il suo intervento nella trasmissione dedicata da Porta a Porta alla scomparsa dell’ex leader del Psi, la commozione di De Michelis: l’ex ministro si faceva una colpa di non essere riuscito a impegnarsi come avrebbe voluto, e come forse sarebbe stato possibile, affinchè la vicenda dell’ex segretario socialista e, più complessivamente, il fenomeno conosciuto come tangentopoli, fossero considerati nel contesto specifico e particolare della storia politica internazionale seguita al secondo conflitto mondiale. Una storia fortemente ideologizzata e legata agli equilibri della guerra fredda.
Con contributi, interviste e recensioni di Gaetano Afeltra, Giovanni Arpino, Gianni Brera, Camilla Cederna, Roberto De Martin, Franco Giovannini, Italo Leveghi, Stefano Lorenzetto, Egidio Lorito, Jacopo Marchi, Giuseppe Mendicino, Bepi Pellegrinon, Ennio Rossignoli, Beba Scharnz, Carlo Sgorlon, Stenio Solinas.