RILETTURE. Vanni Scheiwiller, intellettuale e divulgatore. Al pari di Berto e Piovene.
C’è stato un editore milanese che ha amato la Calabria come pochi. E’ scomparso nell’ottobre 1999: era stato critico d’arte, giornalista, scrittore, figlio di quel Giovanni Scheiwiller originario della Svizzera tedesca che fu per decenni il direttore della libreria Hoepli e fondatore, nel 1925, dell’omonima casa editrice ben presto impostasi come una delle più autorevoli nel panorama nazionale per l’elevata qualità delle sue pubblicazioni d’arte e letteratura; lo stesso nonno paterno, Giovanni Scheiwiller, era stato a sua volta uno dei primi collaboratori del grande Ulrico Hoepli.
IL LIBRO. Con questo romanzo lo scrittore veneto riuscì ad imporre all’opinione pubblica italiana il paesaggio fisico ed interiore della terra di Calabria
Nel 1951, all’indomani del suo ritorno dal campo di prigionia di Hereford, in Texas, Giuseppe Berto diede alle stampe un romanzo pronto a sorprendere critica e pubblico dello scrittore di Mogliano Veneto: all’apice della fase neorealistica della sua produzione, un veneto iniziava ad interessarsi di una terra lontana per collocazione geografica e sentire culturale, suscitando anche un certo disagio tra molti intellettuali suoi contemporanei, dai quali non solo non fu mai amato, ma addirittura perseguitato ed osteggiato: forse anche ghettizzato.
L’analisi del calabrese Aldo Maria Morace, ordinario a Sassari e presidente della Fondazione
Qualche anno orsono, nell’ottica di una valorizzazione delle culture regionali per come teorizzato da un grande studioso di localismi come Carlo Dionisotti, videro la stampa venticinque volumi con le più significative pagine della narrativa calabrese: venticinque grandi autori del tessuto vivo della nostra cultura venivano ripresentati al grande pubblico per riorganizzare le fila di un discorso mai sopito sulla genesi e l’importanza della tradizione regionale nella culturale nazionale.
RISCOPERTE. L’analisi di Francis Marion Crawford sul fenomeno criminale: “è dovunque e in nessun luogo”
All’interno di una pubblicazione risalente al 2002, “Il Sud degli altri, frammenti di una visione storica” (Philobiblon, Ventimiglia) Saverio Napolitano-autore calabrese originario del piccolo borgo di Papasidero, nell’area del Pollino, che rivolge i suoi interessi alla storia della Calabria nell’età moderna e alla storia della storiografia- raccolse cinque saggi su alcuni intellettuali europei che a vario titolo incontrarono il Meridione d’Italia, iniziando una profonda riflessione sui temi socio-politici.
L’INTERVISTA. Vive in un mondo in vernacolo ed ama definirsi una operaio della cultura organico al proprio territorio a cui è legato
Pur senza scomodare Gramsci, la questione dell’intellettuale organico ritorna quasi sempre nei dibattiti culturali: si può essere organici ad un partito politico, ad un movimento, ad un’ideologia. Per Franco Galiano l’organicità si allarga addirittura ad un intero territorio, del quale egli stesso si considera espressione.
IL RACCONTO. L’attività della casa editrice “Il Coscile” gravita intorno al mondo culturale e paesaggistico dell’area del Parco
Basta sfogliare il nuovo catalogo delle edizioni “Il Coscile”, la casa editrice di Castrovillari che da poco ha festeggiato il 30° anno di attività e che continua ad investire nel ricco patrimonio paesaggistico, fotografico, storico ed umano dell’area settentrionale della Calabria, per rendersi conto del valore di quest’impegno culturale. Tre decenni hanno ormai consolidato il legame tra un caparbio editore ed il territorio di provenienza, nel cuore del territorio del Parco Nazionale del Pollino, al confine tra due regioni che qui sembrano fondersi oltre ogni confine amministrativo.