Quando conobbi telefonicamente Stefano Moriggi, un paio danni orsono, a presentarmelo fu nientemeno che il suo Maestro, quel Giulio Giorello padre nobile della Filosofia della Scienza italiana contemporanea, in occasione di una delle mie conversazioni con alcuni dei più autorevoli intellettuali italiani. Da quella data sono nate due splendide amicizie: con Giorello, da me ospitato nell’ambito della Rassegna Culturale “Praia, a mare con…” nel 2007 e con il mio coetaneo Stefano, appunto.
Filosofo della Scienza, Stefano Moriggi si occupa di Teorie e Modelli della Razionalità, con particolare attenzione alla Filosofia della Tecnologia: il tutto prima alla Statale di Milano, ora dividendosi tra l’Ateneo di Parma e quello di San Paolo del Brasile.
Qualche tempo fa, Gea Gardini e Federica Pascotto, cordialissime responsabili dell’ufficio stampa dell’Editrice San Raffele di Milano -ovvero il supporto editoriale di quel miracoloso concentrato di ricerca scientifica a 360 gradi rappresentata dall’istituzione accademica presieduta da Don Luigi Maria Verzè, a Milano- mi inviano un testo che non potevo non passare sotto la lente d’ingrandimento di questa rubrica. “Dietro lo schermo. L’arte della comunicazione televisiva”. L’autore è Emilio Fede che conversa pacatamente proprio con Stefano “un docente non schierato dalla mia parte politica”. Risultato? Un centinaio di gustosissime pagine, un confronto a tutto campo tra “l’Impressionismo contemporaneo”, l’“Etica e l’Estetica della comunicazione”, il “Naufragio con (tele)spettatore”, “La cornice della democrazia”. E dopo quarantotto anni passati “dietro lo schermo”, di cui 27 sotto le insegne della Tv di Stato e 21 sotto quelle del Biscione, ora il Direttore del Tg4 -inventore dell’informazione in diretta sulle reti Fininvest durante la prima Guerra del Golfo nel 1991 e prima ancora inviato di guerra in Africa, uno tra gli autori di TV7 e conduttore e Direttore del TG1- si lascia andare ad una conversazione a tutto campo con un giovane interlocutore, certamente filosofo, ma come se si trattasse di un qualunque tele-spettatore dei nostri giorni. “Lo schermo che quotidianamente trasmette la mia immagine nelle case di molti concittadini è esattamente il contrario di uno specchio: e per me che ci sto dietro è l’esperienza della massima diversità(…). Quanto più divento consapevole della potenza della tv, tanto più realizzo che il mio dovere di giornalista è quello di mediare tra tecnologia ed emozione, tra grammatica del mezzo e reazione del telespettatore. Riuscire a gestire tale mediazione è una questione di stile, di forma(…)”.
L’Eco di Basilicata. Anno VIII n. 5
Egidio Lorito