Un titolo che riporta alla memoria ricordi poco felici della nostra vita scolastica: un voto insufficiente da far tremare anche i più “dritti”, soprattutto se conseguito nella condotta scolastica, ovvero in quell’insieme di comportamenti tenuti dall’alunno durante il corso dell’anno. Roba d’altri tempi -si dirà- considerato che oggi tutto sembra essere permesso. Mario Giordano ha 43 anni ma è già un giornalista di razza: ha diretto tra il 2000 ed il 2007 il Tg di Italia Uno prima di assumere la guida de “Il Giornale” ed approdare -giusto qualche giorno fa- ai comandi delle Nuove Iniziative News di Mediaset

E poi libri di successo editi da Mondadori, inchieste, presenze televisive incisive ma sempre composte e ponderate. Ebbene, l’insufficienza in condotta è diventata il titolo del suo ultimo libro che è anche approdato nella rassegna che curo da tre estati qui a Praia a Mare: un “viaggio dai risvolti sorprendenti e inediti, dentro un disastro che non possiamo più sopportare, ma anche dentro quel miracolo che si ripete ogni giorno, grazie al quale la nostra scuola resta in piedi, nonostante tutto, contro tutto; insegnanti che, con passione e tenacia, resistono in trincea e non hanno alcuna ragione di arrendersi; istituti d’eccellenza e studenti brillanti che trionfano alle olimpiadi di matematica e ai certamen di latino; con la speranza che di qui possa iniziare un futuro diverso, perché un’ Italia migliore può nascere solo da una scuola migliore”. E’ tutto qui il nodo di questo libro: se la scuola va male, se i docenti sono poco motivati e mal retribuiti rispetto al resto del mondo occidentale, se le strutture sono fatiscenti (con eguale distribuzione tra Nord e Sud, anche se il Mezzogiorno d’Italia fa la sua solita magra presenza…), se i bulli di classe continuano ad imperversare potendo contare su una generalizzata impunità, se gli “asini” -equamente distribuiti tra tutte le categorie scolastiche- continuano ad essere presenti, se la burocrazia continua ad ingessare la vita stessa dell’istituzione-scuola, se le ideologie continuano ad essere “indottrinate” non come semplice richiamo storico-filosofico ma come vero iter scolastico, se tutto questo continua ad essere il viatico della scuola italiana di oggi, allora non c’è da stupirsi. E si spiega perché la nostra scuola sia l’ultima nei rapporti dell’Ocse sulla preparazione degli studenti: “Ernesto Galli della Loggia scrive che non c’è più un’idea della scuola perché non c’è più un’idea dell’Italia. (…) Sostiene che nel periodo della modernizzazione, dagli anni Sessanta agli anni Ottanta abbiamo distrutto l’identità nazionale (…). Ma mi piacerebbe capire come si fa a costruire l’identità nazionale se non si costruisce prima la scuola che la formi”. Anche a me!

L’Eco di Basilicata. Anno IX n. 17 – 15 settembre 2009
Egidio Lorito - www.egidioloritocommunications.com

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