L’avevo promesso: senza peli sulla lingua! E allora riprendiamo il discorso. Mi dispiace per qualche lettore dal palato fine, ma questa mia rubrica non è nata per fare da sviolinamento a quel personaggio o quel gruppo politico-familiare, locale o nazionale che sia. Il vassallaggio ed il baronaggio sono finiti da tempo, anche se qualche “grosso” cognome locale -nel senso di calabro-lucano” vorrebbe atteggiarsi a signorotto della vita professionale, culturale, sociale, economica e politica.
Una volta ebbi un duro scontro con chi pretendeva di capire e discutere di politica solo perché se ne andava in giro portandosi appresso il “Corriere della Sera” o “La Repubblica”: le basi politiche, mio caro, si acquistano dopo anni di studio su severi manuali di Scienza Politica e non standosene comodamente seduti al Porto di Maratea, pavoneggiandosi su barche e fuori-strada. Egidio -mi chiederete- ma di chi stai parlando? Un giorno, forse, sarò più preciso, ma giusto qualche pomeriggio fa, ascoltando per puro caso -perché seduti vicino- i discorsi di due gaudenti quasi settantenni, ho provato un senso misto di disgusto e compassione. I due, in maglioncino iperfirmato, scesi dal loro lussuoso Suv, prendevano posto presso uno dei locali che fanno da contorno all’incantevole porticciolo turistico che qualcuno -prima di loro- decise che Maratea avesse per il suo sviluppo. Ebbene, con la classe tipica che solo un sostanzioso conto in banca può assicurarti, i due iniziavano dotte dissertazioni su politica e giustizia tali da far impallidire gente come Giovanni Sartori, Robert Dahl, Michael Walzer e Gianfranco Pasquino. La crisi politica italiana diventava una favoletta per bambini; il caso Mastella-De Magistris un avvenimento marziano; la corsa del petrolio un argomento alieno -già, dimenticavo che i due sono conosciuti per le loro ricchezze. Insomma, i due maitre-a-penser stavano riducendo l’Italia ed il suo allarmante periodo storico in una macchietta: peccato solo che la bella piazzetta di Maratea non pullulasse ancora di “selve di perizomi” a bordo di “giovani figlie svestite di bianco”, perché anche il buon Tinto Brass si sarebbe scandalizzato. E si, cari lettori, questi signorotti dei nostri paesi di provincia, mi hanno proprio rotto! Votano per i soliti tromboni della politica local-nazionale, contribuiscono al piattume cultural-sociale, criticano tutto e tutti, sfoggiano le loro ricchezze, diventano essi stessi “casta” e l’Italia continua ad andare a farsi strabenedire. Siamo in piena crisi politica; in Calabria continuano ad arrestare i consiglieri regionali. Mi hanno proprio rotto questi nostrani radical-chic!!!
Eco di Basilicata. Anno VII n. 3 2008 - 01-02-2008
Egidio Lorito www.egidioloritocommunications.com