Ci sono lettori che iniziano a storcere il naso quando in questa rubrica affronto tematiche piuttosto serie: vorrebbero che mi limitassi a decantare le bellezze dell’area geografica in cui viviamo. Come se potessimo campare d’aria, di mare -sempre meno pulito- di montagne -sempre meno valorizzate- e di cieli -sempre meno limpidi. Ho le mie idee politiche, svolgo attività politica in una parte d’Italia molto lontana da quella in cui abito -nel senso che grazie ad un gruppo di animatori mi sono ritagliato un mio spazio difficilmente acquisibile alle nostre latitudini- ma come operatore della carta stampata cerco di essere il più imparziale possibile.
Ho contestato duramente, in qualche intervento, la classe politica calabrese -di destra e di sinistra- ma poi non è colpa mia se le malefatte -sempre presunte- da un po’ di tempo a questa parte vengano commesse da esponenti di una ben determinata coalizione: e non me ne voglia quel collega -di Foro, chiaramente- che lo scorso numero aveva firmato un suo pezzo nel quale tesseva le lodi dell’appena caduto Governo-Prodi: caro collega, non conosco la situazione lucana del centro-sinistra -dell’Udeur, in particolare- ma qui in Calabria si è dovuti arrivare a trasferire un Magistrato perché, pare, qualche politico di quella fazione le combinasse veramente grosse. Ora, credo veramente che le prossime elezioni politiche -nulla di scandaloso in un sistema di democrazia rappresentativa come il nostro- possano essere l’occasione per tutte le forze politiche per ripulirsi dall’interno, facendo letteralmente piazza pulita di quelle figure stantie ed obsolete, reminiscenza di un passato che tutti vorremmo definitivamente lasciarci alle spalle. Vecchio, in politica, non è solo il fattore età -vedasi la recente questione sulla non ricandidatura di De Mita; è soprattutto un modo poco pulito e poco aderente ai canoni della rappresentazione politica, poco rispettoso degli stessi elettori che, esprimendo un voto, hanno manifestato un diritto politico tra i più importanti del nostro essere cittadini. Essere vecchio, in politica, vuol dire non aderire più ai canoni di una moderna società, internazionale, globale e globalizzata. Vorrei tanto che “candidati candidi” entrassero nel nuovo Parlamento che andremo ad eleggere, con la forza di rappresentare una novità non solo in termini di età ma -soprattutto- di pulizia morale e di senso di responsabilità. Di ciò abbiamo bisogno al Sud: e soprattutto in una terra come la Calabria in cui -mi spiace per il collega dell’Udeur- il centro-sinistra ha sicuramente scritto la pagina più buia e vergognosa della storia istituzionale di questa Regione.
Eco di Basilicata. Anno VII n. 5/2008 - 01-03-2008
Egidio Lorito www.egidioloritocommunications.com