Ci risiamo. Il nostro Bel Paese, tra i tanti problemi che è costretto ad affrontare giorno dopo giorno, tra le infinite emergenze da arginare, ora è nuovamente “invitato” al gran banchetto in onore di un gruppuscolo di presunti Vip. Queste tre lettere, acronimo dell’espressione inglese “Very Important Person”, sono entrate prepotentemente non solo nel nostro vocabolario “italenglish” ma -cosa ancor più allarmante- nel costume della nostra Italia.
Le “persone molto importanti”, legate al mondo del cinema, della televisione, della politica, dell’economia, dello sport sono sempre esistite, ci mancherebbe altro: il fatto è che a queste, sino a qualche lustro fa, corrispondevano i nomi di autorevoli esponenti, quotati non solo per una bella presenza scenica quanto anche per una corposa consistenza culturale. Oggi tutto ciò sembra essere svanito: per essere Vip, basta avere bella presenza, curve mozzafiato, corpi oggetto dell’intervento di mani esperte, partecipare a quei programmucci che nostra signora televisione ci propina ad ogni ora del giorno e, chiaramente, poco cervello: ed il gioco è fatto. Nell’ultimo decennio, il simpatico tubo catodico ed un proliferare di stampa scandalistica hanno contribuito a “creare” dal nulla schiere di fanciulline e fanciulletti pronti a tutto pur di apparire: “sembrava un’inchiesta colorita, battezzata Vallettopoli: ragazze facili, disposte a tutto pur di arrivare in Tv. E invece, le indagini del Pm Henry John Woodcock hanno scoperchiato un’Italia disposta a tutto pur di arrivare a soldi e successi…”. Così Stefania Berbenni sull’ultimo “Panorama”. Già, un Paese disposto a tutto pur di arrivare! Ma dove, poi? A mostrare qualche abbondante scollatura -in alto ed in basso- durante qualche minuto di pruriginosa inquadratura nel solito programma pecoreccio nazional-popolare che riempie i sempre più vuoti palinsesti televisivi? In qualche “festone-festino” con i soliti belli-fuori-vuoti-dentro che troneggiano in questo arrancante Paese? Lontani da me qualunque intento moralista o moralizzatore e qualunque deriva giustizialista o forcaiola -deontologicamente indosso la mia toga quasi sempre accanto all’imputato… . Ma la domanda -cari lettori- esce prorompente: per quanto ancora saremo costretti a fare da cassa di risonanza a questi pseudo-Vip, con tanto di effetto emulazione, anche a livello di una certa provincia dove, pare, il “vippaio” è sempre in agguato? “Gli ingredienti del romanzaccio nazional-popolare sono sesso, droga e non-ne-so, inteso quest’ultimo come assenza di capacità professionale di procaci fanciulle, avide di un posto al sole, anzi in tv”. Che bell’Italia…
Eco di Basilicata anno VI° n. 07 - 01 aprile 2007
Egidio Lorito Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.