E’ storia di l’altro ieri. Sembrano passati molto più dei trentatrè anni dalla prematura scomparsa di Antonio Guarasci (1918-1974), primo Presidente della Regione Calabria: sembra passato un secolo, ed in questo lasso di tempo la Calabria -lasciatemelo dire con rabbia e sconforto- sembra essere precipitata all’indietro!
A quella carica, Guarasci venne eletto non solo per la sua lunga militanza politica ma soprattutto come riconoscimento dovuto ai suoi indubbi meriti culturali ed etici: un figura che si staglia alta nella storia politico-amministrativa calabrese ed in particolar modo del territorio cosentino cui lo legavano le origini e quel rapporto privilegiato con la città bruzia fatto di affetti, tradizioni, storia personale. Guarasci fu politico nel senso più ampio del termine, perché storico -e come tale profondo conoscitore della sua terra- e uomo di partito fortemente impegnato, cioè profondo conoscitore delle dinamiche sociali della Calabria di metà ‘900, cultura che trasferì nel suo impegno pubblico fatto di ascolto ed aiuto per le categorie più disagiate, di opposizione a tutte le forme di illegalità, di impegno quotidiano per come imponevano i dogmi della dottrina sociale della Chiesa in riferimento ai cattolici impegnati in politica. < >. Ed in quest’ottica diretta a far conoscere il caso-Calabria, ad imporre all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale le arretrate condizioni socio-economiche della sua terra, si inquadravano i continui contatti con le altre esperienze regionali: con la già florida Lombardia, rappresentata in quegli anni da Piero Bassetti, figura carismatica dell’imprenditoria meneghina, o con il collega ed amico storico Giovanni Spadolini, per capire insieme le ragioni dell’arretratezza e le possibili vie d’uscita.<> è il sottotitolo del mio < > : Guarasci vi campeggia con una sua celebre foto. Guardo quel passato e provo orrore per la Calabria di oggi. Quella politica!
L’Eco do Basilicata. Anno VI n. 22- 15 novembre 2007
Egidio Lorito www.egidioloritocommunications.com