Da qualche giorno io ed un’intera generazione di 30/40enni siamo stai etichettati con il singolare epiteto di “bamboccioni”, ovvero persone sciocche, prive di personalità, eccessivamente disponibili e manovrabili; individui adulti ma ingenui che nel carattere e nel modo di ragionare mantengono la semplicità e l’infantilismo proprio dei bambini. Termine che deriva da “bambo”, cioè “fantoccio”… Uno scherzo di cattivo gusto da parte del solito buontempone di turno che nulla ha da pensare se non offendere suoi coetanei dall’alto della sua prigione dorata? Magari!
A pronunciare l’infelice epiteto -il complesso della frase risuona: “mandiamo i bamboccioni fuori di casa”- addirittura il Ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa nel corso dell’audizione davanti alle Commissioni Bilancio della Camera e Senato: l’economista faceva riferimento alla norma che prevede agevolazioni sugli affitti per i più giovani: “incentiviamo a uscire di casa i giovani che restano con i genitori, non si sposano e non diventano autonomi. E’ un’idea importante”. Non entro, com’è mio costume, nel merito tecnico della normativa in discussione: ciò che non può, però, sfuggire alla penna del commentatore è l’uso di un epiteto a dir poco infelice che offende ancor di più migliaia di giovani che se ancora restano a casa con “mammà” avranno pur le loro singole e personali motivazioni. E’ francamente sin troppo facile parlare quando si è (stato) il figlio dell’amministratore delegato delle Assicurazioni Generali, quando si è potuto frequentare un Master al prestigioso Mit di Boston, quando si è stato proiettato nella prestigiosissima Brenninkmeyer prima ed alla Banca d’Italia dopo; sino a scalare, uno dopo l’altro, tutti i vertici economico-finanziari delle istituzioni europee e mondiali. Insomma, quando a 66 anni si è saldamente incastonati nel gotha della finanza mondiale! C’è da far rabbrividire una società civile che finalmente non sembra essere più distinta e distante dalla vita politica ed economica e -cosa ancor più raggelante- sconcertarsi per la distanza siderale che pare esservi tra il Ministro e la stessa società italiana. Si è voluto generalizzare, considerare tutti alla stessa stregua e passare come un gatto delle nevi sulle mille differenze socio-culturali. Ma il Ministro ha mai incontrato un “bamboccio” reale, quello che senza essere l’italico “figlio di papà” (espressione orrenda ma reale) con avviatissima attività commerciale e/o professionale (tanto il cliente e/o paziente verrà sempre…), è costretto a barcamenarsi quotidianamente? Mi ritengo abbastanza fortunato nella mia vita personale e professionale, ho realizzato “mea sponte” qualche obiettivo e sono anche “bamboccione”!
L’Eco di Basilicata anno- anno VI n. 20 -15 ottobre 2007
Egidio Lorito www.egidioloritocommunications.com