Me l’ammiro ogni volta con lo sguardo del bambino estasiato che rimane immobile davanti ad un’immagine dolce. Verso Maratea, oltre che per i natali, nutrirò per sempre un sincero sentimento debitorio: sarà per la mia paterna ascendenza lucana, per la natura mozzafiato che lungo una trentina di chilometri di costa e parallelo entroterra, si è ingegnata al meglio per regalare tutto ciò di cui un’esteta possa aver bisogno;sarà per quel senso di rispetto e riproposizione di antichi valori -forse tutti lucani- altrove svaniti nel nulla, ma non esagero se affermo che la sua comunità può e deve andare fiera per come Maratea sia riuscita a conquistarsi, nell’ultimo cinquantennio, un posto di primissimo piano nel panorama turistico nazionale ed internazionale.
Sarà per questo e per molto altro ancora, ma Maratea non è per me solo l’anagrafico luogo di nascita: questa perla, tra mare e monti, è divenuta negli anni non solo il personale luogo-simbolo di un’intensa riscoperta culturale, ambientale, sentimentale e spirituale, ma anche il luogo-ammirazione per un turismo che segue costantemente un suo itinerario consolidatosi nel tempo. E questo rapporto si è velocemente accelerato nell’ultimo decennio, da quando numerose e dolci occasioni me la stanno facendo assaporare sempre più da vicino, ammirando la statua notturna del Redentore da quella Piazza del Gesù divenuta, grazie ad una meticolosa organizzazione, il suo salotto culturale per eccellenza o immergendomi nel suo mare durante indimenticabili soste intorno all’isolotto di Santo Janni. Già, il mare: un amore, avrebbe chiosato Dino Buzzati. Perché a questo elemento primordiale lego la metà esatta dei miei affetti verso la natura -l’altro cinquanta per cento appartiene alla montagna. Al mare sto dedicando alcune riflessioni che spero di riuscire a pubblicare proprio quest’estate: il mare come essenza vitale, come magico luogo d’incontro di amorosi sensi, come origine della complessità culturale che ci portiamo dentro, come ama ricordare il mio amico vaticanista Giancarlo Zizola, lui che dal Veneto ha fissato il suo buen retiro sull’affascinate scogliera di Cittadella del Capo, nella mia Calabria. O il mare da cui la bellezza non poteva non provenire, come ha scritto amabilmente Francesco Sisinni. Intanto -io- il mare continuo ad ammirarlo come un bambino estasiato, perchè è il mare di Mara Tea, la dea del mare. Ma queste sono altre storie…
Egidio Lorito