Valori e principi costituzionali, Giuffè, Milano 2001, pp.431
Nel vasto panorama delle pubblicazioni dedicate all’informazione televisiva, si segnala l’ultima fatica di Armando Lamberti, professore associato di Istituzioni di Diritto Pubblico nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Salerno: l’autore, ben consapevole di come l’era della comunicazione globale sia profondamente segnata dalle innovazioni tecnologiche, si fa portavoce dell’esigenza di una riaffermazione e valorizzazione dell’etica per fronteggiare le sfide della comunicazione, dell’informazione e delle relative tecnologie. L’analisi di Lamberti passa essenzialmente dalla constatazione che le nostre società sono fondate sul mercato e sullo stesso consenso che si riesce ad ottenere vivendo ed operando in queste condizioni concorrenziali: da quest’ottica gli stessi valori della competizione risultano preponderanti e l’efficacia di un messaggio o di un programma viene valutata in base alla sua concreta possibilità di essere recepito.
Non occorre molto per accorgersi di questo stato di cose: basta rimanere innanzi la televisore ed assistere a qualche ora di programmazione quotidiana, per rendersi effettivamente conto di come gli spettatori siano sempre più ridotti a passivi fruitori di un prodotto sempre più spesso preconfezionato, in nome del quale interessano solo l’indice di ascolto e la possibilità di raggiungere, in poco tempo, il maggior numero di spettatori, tutto a danno della qualità del prodotto e della tutela dei consumatori. Ad arginare il dilagante potere di tale strumento mediatico, Lamberti chiama in soccorso l’etica dell’informazione, chiamata “a liberare l’informazione stessa dai condizionamenti strumentali” e dal rischio di trasformare la televisione come mass-media in puro contenitore di potere, lasciato nella più completa autarchia. Se è vero, afferma l’autore, che la rivalutazione delle dottrine di tipo liberistico assolve ad una stimolante funzione introduttiva di elementi di dinamizzazione del mercato, è anche vero che un sistema incontrollato può trasformare il mercato stesso in una giungla mediatica lasciata -senza direzione e senza correttivi- del tutto indisturbata nella sua folle corsa verso la costruzione di un sistema dell’informazione che, oggi, fa più vittime di quante se ne possa immaginare. L’autore, tra etica delle responsabilità ed informazione tecnologica, compie così un’utilissima analisi che guida il lettore alla scoperta dei veri correttivi al sistema, individuati nella sfera dei valori e dei principi costituzionali, gli unici che possano aiutare il fruitore del sistema televisivo ad essere traghettato verso spende meno pericolose: del resto, nella stessa Costituzione italiana si rinvengono i valori fondati e condivisi che trovano la loro fonte primigenia in quei “fermenti etici” scaturiti da quei grandi filoni ideali che poi hanno contribuito alla formazione della stessa carta Fondamentale, legati tra loro dalla comune attenzione alla tutela della persona umana, vero obiettivo dell’intero sistema costituzionale italiano.
Desk – anno X n. 1/2003
Egidio Lorito, 21-02-2003