A tu per tu con...
Il rapporto personale ed ora professionale con il protagonista di questa puntata risale nel tempo a qualche stagione fa. Estate 2001: una delle tante indimenticabili serate di “Alta Marea. Maratea tra natura e cultura” vede ospite un cordiale professore di Psichiatria e Sessuologia che divide la sua esperienza professionale tra Milano e Ginevra. Presenta l’ultima pubblicazione mondadoriana “L’autostima” e colpisce la platea -tra interventi e dissertazioni su sentimenti, amori, aspetto fisico, mobbing- con l’incipit di quella sua pubblicazione: “l’autostima è un fiore che dobbiamo innaffiare ogni giorno”. In questi ultimi anni, le occasioni di incontro sono aumentate, sino alla mia presentazione del suo penultimo lavoro, scritto con il chirurgo estetico Maria Teresa Baldini, “Dietro la bellezza: come possiamo migliorare la nostra immagine senza tradire noi stessi” (Mondadori, 2005).
In quell’occasione il “nostro” aveva esordito sottolineando come “questo libro nasce dalla collaborazione tra due medici provenienti da discipline molto diverse ed apparentemente antitetiche: la psichiatria e la chirurgia estetica. La prima si propone di restituirci l’equilibrio interiore perduto, mente la seconda ci offre la possibilità di migliorare il nostro aspetto esteriore. Tuttavia le differenze tra queste due branche della medicina sono meno profonde di quanto possa inizialmente sembrare. Entrambe, infatti, si pongono come scopo di ristabilire un’armonia fisica e psichica che in qualche modo ci viene a mancare: inoltre, dietro la bellezza (o il disagio che può procurarci la nostra immagine) si cela l’interiorità di ciascuno di noi”. Si parlava di bellezza, dunque: un tema che tra la spensieratezza estiva, il pressante bombardamento mediatico e le inevitabili ripercussioni personali ha finito per contagiare tutti noi, moderni abitatori della società dell’immagine, nella quale l’apparire sta soppiantando l’essere, dove l’essere fisicamente appariscenti equivale ad una carta da spendere con successo nella vita di tutti i giorni, tra relazioni familiari, affettive, sentimentali, lavorative. Eccolo Willy Pasini, milanese, già docente di Psichiatria e Psicologia Medica all’Università di Ginevra ed attualmente alla Statale di Milano: autore di oltre duecento pubblicazioni scientifiche, ha scritto libri di successo tradotti in ben undici lingue che gli hanno portato notorietà internazionale fino a farlo divenire uno dei più ascoltati esperti di sessuologia, relazioni di coppia, psicologia comportamentale. Da Mondadori ha pubblicato Intimità (1990), La qualità dei sentimenti (1991), Volersi bene, volersi male (1993), Il cibo e l’amore (1994), A che cosa serve la coppia (1995), I tempi del cuore (1996), Desiderare il desiderio (1997), La vita è semplice (1998), Il coraggio di cambiare (con Donata Francescato, 2000), L’autostima (2001), I nuovi comportamenti amorosi (2002), Gelosia (2003), La vita a due (2004), Dietro la bellezza (con Maria Teresa Baldini, 2005), Uomini da amare (2006). Dal 1973 ha lavorato come esperto all’Organizzazione Mondiale della Sanità per i programmi di salute familiare ed educazione sessuale: membro della Società di Psicoanalisi e del Comitato Scientifico della Società Italiana di Sessuologia Scientifica, è fondatore della Federazione Mediterranea di Sessuologia e le sue ricerche coprono vasti settori della psichiatria e della psicologia medica, spaziando sino alla ginecologia psicosomatica, alla sessuologia clinica, allo studio delle malattie psicosomatiche, alla psicoterapia. Professor Pasini, cosa c’è dietro la bellezza? “Bella domanda! Oggi la bellezza non viene più considerata come un dono che la natura ha elargito ad alcuni e negato ad altri, ma qualcosa cui tutti possono, anzi devono ottenere. Sempre più numerosi, infatti, sono le donne -e di recente anche gli uomini- che investono tempo e denaro nella cura del corpo e nel miglioramento della propria immagine: si sta diffondendo il <>attraverso soggiorni all’estero in cliniche specializzate in trattamento <>e si moltiplicano gli hotel che offrono, oltre ai consueti comfort, un’area benessere o una <>ed il giro d’affari dell’intero settore è in costante, vertiginoso aumento in tutto il mondo. Ebbene, spaziando dalla tradizione classica all’attualità -ed il mio libro del 2005 analizza il tema lungo un iter cronologico che parte dal mondo classico sino ai moderni tempi e modelli di bellezza universalmente conosciuti- sembra che emergano due maniere completamente diverse di intendere e vivere la bellezza: una, vittima di quella che ho definito la <>, ne fa esclusivamente un’arma di seduzione, una maschera per catturare lo sguardo altrui;l’altra, ben illustrata dal termine <>, identifica la dimensione estetica nel giusto e armonico equilibrio fra aspetto esteriore e personalità individuale, fatta di cultura, morale, intelligenza e vita vissuta. L’aspirazione alla bellezza può quindi diventare la via per regalarsi un maggior senso di gioia, per affrontare più serenamente un processo di guarigione, per migliorare l’autostima ed il proprio rapporto con gli altri, oppure una fonte d’angoscia, un motivo di perenne insoddisfazione. Lifting, filler, tatuaggi e piercing si rivelano a volte ingannevoli sirene per coloro che vogliono l’impossibile, cioè non invecchiare, tornare giovani, avere il volto della star preferita o, ancora, un ulteriore risorsa per in <>, che amano sedurre al solo scopo di affermare, tramite la conquista, sè stessi”. Viene da sé che oggi conti sempre di più l’apparire! “Perché viviamo in una società di <>e non di <>: la prima è il contrario della seconda e si esprime soprattutto nei sentimenti. Un tempo, le donne indossavano la sottoveste proprio sotto i vestiti: oggi, la sottoveste è l’abito esterno. Questo perché assistiamo ad una continua esternazione di sentimenti e sessualità: si usano anche i termini di <>di <>, ma personalmente preferisco quello di <>. Viviamo in una società che mette l’interno all’esterno e -quindi- la bellezza si rivela fondamentale proprio perché va mostrata agli altri come modo di seduzione: la bellezza non serve soltanto al sesso, serve soprattutto alla seduzione -quindi non solo fisica- per far presa sull’opinione pubblica e colpirla! Pensiamo alla mamma di Cogne che, pochissimo tempo dopo l’atroce morte del piccolo Samuele, ha annunciato di fronte alle telecamere la sua nuova gravidanza: questa forma di <>a tutti i costi equivale a livello sentimentale a quello che chiamo- a livello fisico- esternismo, appunto”. Pasini è un attento osservatore del costume contemporaneo e di come cambi anche l’idea della bellezza pensata nella società contemporanea: lo dimostrano i suoi numerosi interventi in trasmissioni televisive e radiofoniche, in dibattiti e tavole rotonde alle quali viene invitato proprio in virtù di questa sua specifica competenza scientifica. Ad esempio, abbiamo sempre legato il concetto di bellezza al sesso femminile: signore pronte a spendere un capitale pur di mantenere vivo il loro gradimento in famiglia, al lavoro, tra gli amici: oggi, ci dice Pasini, “gli uomini sono sempre più consapevoli del grande potere che dà la bellezza: lo spiega benissimo Julian Fellows, brillante osservatore della nostra società -vincitore dell’Oscar per la sceneggiatura di Gosford Park, di Robert Altman- nel suo romanzo <>, tra i cui protagonisti c’è Simon, un uomo molto attraente: <>”. Già, gli uomini: “ma chi sono davvero i maschi di oggi? Quali i loro ideali, le loro fantasie, le loro paure? E, soprattutto, come possono reinventarsi nuovi ruoli per vivere in modo più sereno e appagante il rapporto di coppia e le relazioni con gli altri?” Sono queste alcune delle domande cui Pasini cerca di dare risposte scientificamente fondate, all’interno del suo ultimo “Uomini da amare”, da un paio di mesi in libreria e già al centro dell’interesse dei media e della stessa opinione pubblica, evidentemente interessata alle classificazioni “al maschile” dell’autorevole psico-sessuologo. Lo contatto lo scorso 6 dicembre, a poche ore dalla presentazione romana del volume, nel corso della IV Edizione del “Book al Duke” -il salotto letterario ai Parioli- durante la quale sarebbero intervenuti Paola Saluzzi, Maria Monsè, Rosanna Lambertucci, Serena Grandi, Maria Giovanna Elmi, Giada e Patrizia De Blanck, Demetra Hampton, Nadia Bengala, Micaela Gioia, Luciano De Crescenzo, Vittorio Mathieu, Don Santino Spartà, Pippo Franco, Karim Capunao e Massimo Giletti: un parterre eterogeneo che ha fatto da cornice all’innovativa visione dei maschi del terzo millennio. “Per analizzare l’oggetto della mia ultima ricerca, il ruolo maschile nell’amore, utilizzo una metafora canina: la nostra società, per quanto riguarda l’universo maschile, si sta sempre più caratterizzando per una divisione tra dobermann e cocker. Da un lato, parlo dei famosi <>nei quali, prima o poi, quasi tutte le donne si imbattono: sono quelli capaci di afferrare la preda per poi lasciarla cadere;cacciano solo per aggredire e conquistare trofei e piacciono alle donne. Pensiamo a tutti i cuori infranti dal fascinoso e <>Johnny Depp, capace di impersonare, sullo schermo e nella vita, la tipologia del <>. A questa categoria appartengono uomini violenti che arrivano anche a commettere azioni penalmente rilevanti, come lo stupro. Dall’altro vi sono gli uomini-cocker che finiscono soltanto per parlare alle donne: manifestano una grande gentilezza, una dolcezza fuori dal comune, un senso di sicurezza ma poi non agiscono quando devono mostrare la loro sessualità. In questa ricerca, invece, cerco di proporre un modello intermedio, che ho attinto da una grande pagina della letteratura nord-americana: è il modello Zanna Bianca, il cane-eroe uscito dalla penna di Jack London, che è un po’ cane ed un po’ lupo, ha appassionato milioni di bambini: riuniva in modo armonico le qualità del lupo e del cane, così l’uomo di oggi che deve cercare di avere la giusta dose di aggressività”. Bello davvero l’accostamento con quel cane-lupo che ha affascinato la nostra infanzia, ma oggi sarebbe ancora in grado di competere? “Non è che il modello Zanna Bianca non affascina più: è che quei vecchi modelli non sono più competitivi. Accade lo stesso per le figure del <>e del <>, ormai obsolete. Così l’uomo è alla continua ricerca di altre soluzioni: furioso per aver perso i suoi privilegi, attacca la donna non per possederla, ma per dimostrare chi è il più forte;oppure tenta di separare il sesso dal cuore e quindi trasforma il corpo della donna in un oggetto di consumo. A questi tentativi di trovare un nuovo ruolo si aggiungono la bambinizzazione, ovvero la sindrome di Peter Pan -caratteristica dell’uomo che si sottrae alle responsabilità della propria vita adulta e tende a rimanere il più a lungo possibile nel mondo ludico dell’infanzia- e la femminilizzazione, caratteristica di quei maschi che da dobermann sono diventati cocker, obbedienti o romantici ad oltranza. La donna, però, vuole un uomo tenero e gentile, non debole e remissivo”. Mariti, fidanzati, compagni: c’è molto da scegliere… “Oggi la categoria sentimentale più di moda è quella dei <>: si usa il termine fidanzati per ragioni morali, ma rimangono compagni a tutti gli effetti. Ormai è chiaro: gli uomini non vogliono più sposarsi perchè temono la forza delle donne, i loro tradimenti, la loro determinazione a rompere un rapporto e quindi preferiscono non legarsi tutta la vita ad una sola donna. Le donne, a loro volta, dicono che non ci sono più gli uomini veri. Le faccio un esempio: nell’inchiesta Censis che ho condotto, mi sono imbattuto in una miriade di donne sole, non single: le prime, circa il 40%, sono involontariamente sole, le seconde si trovano a vivere questa condizione in modo del tutto volontario. E tutte cercano ancora l’uomo, anche se il modello coniugale non esiste più, visto l’elevato numero di separazioni e divorzi”. Un capitolo del Suo ultimo libro è dedicato all’amicizia, un tema a me molto caro: ha senso ancora parlarne oggi? “Esiste sempre di più, sta prendendo il posto dell’amore: certo è più difficile quella tra uomini e donne, ma quella che si istaura tra elementi dello stesso sesso, credo, sia in forte ascesa, sta rivalutandosi: gli uomini dicono che è molto più divertente andare a vela, giocare a tennis con gli amici piuttosto che andare a sedurre delle donne che aspettano soltanto che siano gli uomini a fare la prima mossa. Per molti uomini l’amicizia è una maniera di socializzazione che si sostituisce all’innamoramento!”. Non più principi azzurri che promettono amore eterno nè playboy dal fascino irresistibile, né impavidi eroi dagli occhi di ghiaccio. Chissà come sono gli “Uomini da amare” di Willy Pasini, il sessuologo che da ragazzo trascorreva le vacanze a Tropea?
La Provincia Cosentina, “A tu per tu con…” n. 10-
Egidio Lorito, 16/12/2006