Paesaggio calabrese e tradizione locale si fondono spesso per creare un’interazione uomo-ambiente. All’interno del Parco Nazionale del Pollino, questa singolare prospettiva diviene protagonista di uno dei principali riti della Settimana Santa, ancor oggi capace di attirare migliaia di visitatori e credenti per assistere partecipi alla rivisitazione della passione, morte e resurrezione del Cristo. Conosciamo già Laino Borgo, locus di questa toccante rappresentazione: il singolare centro del versante calabrese del Pollino, posto sulle rive del fiume Lao, tra colline verdeggianti e balzi d’acqua -da tempo, ormai, meta privilegiata di rafters e canoisti di tutt’Italia, vanta origini che tradizionalmente si fanno risalire ai primi del VI secolo a.C.
Oggi il centro risulta facilmente raggiungibile attraverso l’Autosole, via -questa- che fa da porta d’accesso alla paesaggisticamente ricca Valle del Mercure, che può vantare proprio quel particolare legame tra la popolazione ed il suo habitat naturale che poi si manifesta in tutta la sua essenza primordiale proprio durante una manifestazione-evento che dal 1600 fa parte della storia locale.
E’ “come se la comunità morisse col Cristo per risorgere con lui nella notte di Pasqua”, è stato giustamente detto; e la “Giudaica” intesa come rivisitazione della passione di Gesù Cristo, anche quest’anno ha rappresentato il momento centrale dei riti della Settimana Santa, vera forma corale di partecipazione, così come il Sabato Santo a Nocera Terinese, nel catanzarese, durante la toccante rappresentazione de “i Vattienti”: in rappresentazioni come queste si riesce a cogliere l’essenza del credo religioso non disgiunto dalla rivisitazione delle origini e delle tradizioni di una terra che continua a riproporre le sue antiche tradizioni. Le antiche fonti basano “La Giudaica” su di un “antico canovaccio anonimo andato smarrito, mentre la prima notizia storica documentata cerca si rileva dal diario del parroco lainese Bernardo Gioia, tenuto dal marzo 1817 al dicembre 1853”, come riporta Giuseppe Caterini, nella pubblicazione del 1994, curata per il Centro Studi di Tradizioni Popolari Enrichetta Caterini”. Proprio le annotazioni di quell’antico parroco rappresentano la guida più seguita per risalire alla nascita della rappresentazione sacra, unitamente alla rivisitazione della storia locale, quella di un centro che ha saputo mantenere viva nei secoli la propria memoria storica. “1832, a 20 aprile, venerdì Santo: questa mattina si è fatta la prima volta la Memoria della Passione di Gesù Cristo con somma divozione e con gran pianto di ogni ceto di persone anche forestiere”: tanti altri sono stati gli appuntamenti come nelle date del 15 aprile del 1882, del 28 marzo del 1902, del 17 aprile del 1908, del 5 aprile del 1912, del 10 aprile del 1925, del 30 marzo del 1945, del 4 aprile del 1947, del 16 aprile del 1954, del 31 marzo del 1961, del 20 aprile del 1962, del 12 aprile del 1974, del 28 marzo del 1975, del 13 aprile del 1079, del 9 aprile del 1982, del 20 aprile del 1984, del 24 marzo del 1989, del 21 aprile del 2000 e del 29 marzo del 2002. Dal 1945 al 1962 è stato il sacerdote Giuseppe Pandolci a curare l’evento, poi l’amministrazione comunale ed infine l’Associazione Pro-Loco, con la fattiva azione degli ultimi presidenti Rosalia Arcieri Gioia, Giuseppe Tallarico e Mario Mitidieri. Quest’evento religioso e culturale trova nello spazio scenico la propria sublimazione, perchè non si tratta di assistere ad una rappresentazione teatrale, per il semplice fatto che “La Giudaica” si svolge nello scenario naturale di un paese che è già set d’eccellenza: “Laino Borgo è un piccolo comune della Calabria, situato in una valle, circondata da verdi colline, tra due fiumi, divenuta nel giorno del Venerdì Santo, scenario naturale di grande suggestione: la realtà territoriale di Laino si esprime attraverso le strade e la piazza principale, che viene vissuta quotidianamente come spazio comune e, al tempo stesso, come vano collettivo usufruibile da tutti, in quanto in esso si realizzano la maggior parte dei momenti sociali: familiari, amicali, economici; la Via Crucis termina con l’arrivo al Calvario, dove Gesù viene crocifisso: essa costituisce spazialmente l’iter al Calvario, nel quale ha il suo culto e il suo compimento. Il Calvario, come in moti altri paesi, anche a Laino divide lo spazio abitato dalla campagna, fungendo da protezione e costituendo il termine del paese come spazio socializzato e protetto”. Il tutto unito alla particolare funzione sociale della rappresentazione che -come ha fatto notare Lombardi Satriani- è una vera “tecnica di riaffermazione della propria identità culturale: in questo senso, il teatro popolare diventa esso stesso il paese che si rappresenta, espressione di una memorizzazione collettiva e contemporaneamente -ma non contraddittoriamente- presentificazione di azioni che, oltre a dire se stesse, nella misura in cui vengono rappresentate-vissute insieme, si pongono esse stesse come tessuto connettivo culturale degli attori-spettatori, riconfermandoli come comunità del <>”. Ricchi i costumi utilizzati, impegno della popolazione locale: “ riguardando vecchie fotografie in bianco e nero” -sottolinea sul punto Patrizia Codutti- “si può chiaramente notare che in passato i costumi de “La Giudaica” erano molto diversi da quelli utilizzati oggi: un tempo, infatti, questi venivano ideati e realizzati da sarte e donne lainesi che durante l’inverno preparavano semplici tuniche bianche per gli apostoli e tuniche colorate per gli altri attori; negli ultimi decenni i costumi non sono più realizzati a Laino, ma sono stati presi in affitto: si tratta chiaramente di abiti molto più curati nei dettagli e rispecchiano la realtà dell’epoca che si vuole rappresentare. La Vergine e le altre Marie, indossano quasi sempre vesti e mantelli di panno scuro, per sottolineare lo stato di lutto e di dolore; Gesù, alla cena, indossa una veste chiara, alla flagellazione una veste bianca ed in testa porta la corona di spine; infine sulla croce ha soltanto un panno legato intorno ai fianchi”. E poi le principali figure protagoniste: Gesù, Pietro, Pilato, Maria, Caifas, che occupano la scena impeccabilmente, intorno a Giuda “la figura più enigmatica della storia evangelica”.
APOLLINEA Anno VIII- n. 3 Maggio- Giugno 2004
Egidio Lorito, 04-05-2004