Add Editore, Torino 2010, pp. 271, € 15,00
Ecco un libro coraggioso. Coraggiosi lo sono stati, senza dubbio, gli autori;coraggiosa è la casa editrice che lo ha pubblicato;coraggiosi, sicuramente, lo saranno anche i lettori che avidamente ne assaggeranno le pagine, nelle quali -ognuno- potrà rivendicare una parte del proprio coraggio, se è vero che la ‘ndrangheta è ormai diventata la più potente holding criminale del Pianeta.
“Vorrei che provaste a immedesimarvi per un momento in quella che è stata la nostra vita: pensatevi chiusi in un casa che non è vostra, in un luogo che non conoscete, dove non conoscete nessuno e dove vi dovete nascondere perché non potete dire chi siete veramente, neanche al vicino di casa. Pensateci, vorrei che per un attimo vi diceste: io da domani mattina sono in un altro posto, in un posto che per me è come avere il nulla intorno. Io da domani non posso più usare il mio nome. Io da domani non sono più nessuno”. Nel dare voce a Pino e Marisa Masciari, si viene assaliti da un moto di rabbia tale da correre il pericolo di abbandonare quella “terzietà” che dovrebbe accompagnare ogni presentazione. Diciamocela tutta: il lettore -soprattutto se calabrese con a cuore le sorti della sua terra- non impiegherà più di tanto a leggere queste 271 pagine e ad indignarsi ancora di più. Certo, qui c’è la storia di Pino e Marisa Masciari, ma quanti Pino e Marisa vivono sparsi per la Calabria, per l’Italia. Per il Mondo?
“Organizzare il coraggio. La nostra vita contro la ‘ndrangheta” (add Editore, Torino, 2010, rist.2013) è il surreale racconto di come i due giovanissimi Pino e Marisa si siano trovati faccia a faccia con quel cancro che continua ad erodere una fetta non secondaria della nostra società contemporanea, non più solo calabrese, dando ormai credito alle analisi che descrivono la forza criminale della mafia calabrese. Non c’è da meravigliarsi più di tanto se il risultato sono queste 271 pagine amare: amare per chi le ha scritte e per chi avrà la pazienza e il coraggio di leggerle perché narrano di come un imprenditore edile di successo, per anni costretto ad affrontare proprio questo cancro senza essere ascoltato da nessuno, un bel giorno trovi, si, qualcuno disposto ad aiutarlo, avvertendo subito che qualcosa non quadra: capisce che quel cancro inizierà a dargli fastidio, inizierà a togliergli il respiro, il lavoro, gli affetti...
“(…) Il calabrese vive nella rassegnazione per la mancanza dello Stato, per la mancanza di servizi, progetti, di prospettive, ma la sua rassegnazione nasce dalla convenienza e dalla collusione con quell’anti-Stato che è la ‘ndrangheta. In quella splendida e dannata regione vince ancora una mentalità per la quale è meglio avere dei vantaggi per sé stessi piuttosto che impegnarsi per i vantaggi della collettività (…)”. Un libro sul coraggio di un calabrese che ha visto quel suo grido di rabbia materializzarsi addirittura sotto la Mole torinese, riuscendo a trovare una nuova forza per la sua vita: nuovi amici, nuovi lettori ed una giovane e coraggiosa casa editrice -quella che fa capo tra gli altri anche ad Andrea Agnelli…- pronta a dargli voce. Coraggio Pino e Marisa…