Due riviste, all’interno del Campus di Arcavacata, stanno attirando l’attenzione di studenti e ricercatori fino a ritagliarsi uno spazio di primissimo piano all’interno della comunità scientifica nazionale.
“Ossidiana: teoria, cultura e vita quotidiana”
Alla fine degli anni ’90, all’interno dell’allora Dipartimento di Sociologia e Scienza Politica, vide la luce l’”Osservatorio per lo studio dei Processi Culturali e della Vita Quotidiana”, cui venne dato il nome esotico e ben augurante di “Ossidiana”. Quella struttura, venne “pensata e costruita” -si scrisse- “come uno spazio aperto e vivace di incontro, confronto e discussione, di analisi, riflessione e ricerca su tematiche che, sin dall’inizio, sono state attinenti alla cultura e alla vita quotidiana, alla memoria, alla teoria sociale, alla comunicazione, ai media e ai consumi culturali, e che, più recentemente, hanno incluso anche le migrazioni, la sfera pubblica, gli studi culturali e gli studi postcoloniali. L’Osservatorio è stato promotore di numerose presentazioni di volumi, cui hanno solitamente partecipato gli autori e di seminari che hanno visto il coinvolgimento di accademici di altri atenei nazionali e internazionali”.
Direttore dell’Osservatorio è l’Ordinario di Sociologia Paolo Jedlowski, milanese di nascita che, dopo gli studi in Filosofia, ha intrapreso la via della ricerca in Sociologia in Italia e negli Stati Uniti: lo affianca un pool di giovani ricercatori dell’attuale Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, riuniti in un comitato scientifico che annovera Olimpia Affuso, Sonia Floriani, Teresa Grande, Ercole Giap Parini, Giuseppina Pellegrino. La collana è impreziosita da volumi -tutti editi dalla Luigi Pellegrini Editore- quali Sfera pubblica. Il concetto e i suoi luoghi, 2010; Incontri tra le righe. Letterature e scienze sociali, 2010; La danza dei caffè. L’interazione faccia a faccia in tre luoghi pubblici, di Massimo Cerulo, 2011; Luoghi migranti. Tra clandestinità e spazi pubblici, di Gianluca Gatta, 2012; Atmosfere locali. Spazi e pratiche di vita urbana, di Barbara Gruning, 2012; Andare oltre. La rappresentazione del reale fra letterature e scienze sociali, 2013. Dunque, una collana editoriale al passo con i tempi: quelli della ricerca scientifica e della vita sociale, grazie al costante dialogo tra i diversi attori che si affacciano, quotidianamente, sul palcoscenico della contemporaneità, sempre più bisognosa di “(…) descrizione e comprensione dei processi di mutamento che attraversano la vita quotidiana degli uomini e delle donne che vivono oggi nel Mediterraneo e in Europa”.
“Dike kai Nomos. Quaderni di cultura politico-giuridica”.
Nata nell’autunno del 2011, Dike kai Nomos sta riscuotendo successo scientifico, imponendosi nel vasto e variegato panorama accademico nazionale. “Giustizia e Norma” è nata per rivolgersi a studenti, studiosi ed esperti di problematiche giuridico-istituzionali, ma che -visto l’ampio ventaglio delle problematiche affrontate- troverà una sua collocazione anche nella biblioteca ideale di chiunque vorrà confrontarsi con le più stringenti problematiche della società contemporanea, evidentemente complessa, a voler dar peso non solo alle ricerche di sociologi e politologi, quanto anche alle concrete osservazioni che il cittadino qualunque potrà trarre dalle personali esperienze di vita. Cultura politico-giuridica, dunque, a far da carburante all’iniziativa fortemente voluta dall’allora Facoltà di Economia e dal Dipartimento di Scienze Giuridiche “Costantino Mortati” che hanno puntato sul dialogo internazionale e su nuovi spazi politico-giuridici a disposizione di laureandi e ricercatori, coinvolgendo le Autorità Accademiche dell’Ateneo per affiancare l’iniziativa di stimolo per la ricerca scientifica ad ogni livello.
Sotto la Direzione Scientifica di Artur J. Katolo dell’Università Atheneum di Danzica, coadiuvato dai vice Paola Helzel e Renato Rolli -la prima Associato di Teoria dei Diritti Umani, il secondo Ricercatore in Diritto Amministrativo- un corposo Comitato Scientifico composto da giuristi quali Gian Pietro Calabrò ed Enrico Caterini, oltre a prestigiosi nomi della “Sapienza” di Roma quali Augusto Cerri e Filippo Satta, ad Ernesto Sticchi Damiani dell’Università del Salento, a Martinez Sicluna y Sepulveda della madrilena “Complutense”.
I contributi di Antonio Baldassarre, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, sulla c.d. “Costituzione dei valori”, di Anna Jellamo sul concetto di “perdono”, di Gian Pietro Calabrò sul processo di Norimberga, sono solo alcuni prestigiosi strumenti di facile lettura e consultazione che trasformeranno in “palestra” per addetti ai lavori e “agorà cartaceo” la rivista nel binomio “politica- diritto”, il cui fascino attuale resta saldo, anche nell’epoca della digitalizzazione della conoscenza scientifica.