“<<Calabri rapuere>>.La frase, che compare nell’epitaffio di Virgilio, si attaglia benissimo al rapimento che, fin da primo incontro, la Calabria ha esercitato su di me. Fate come i viaggiatori stranieri ed in naturalisti del passato, venite qui, adoratori dei monti e della abetaie alpine, voi che giudicate questo Sud troppo arido, brullo e riarso; immergetevi in questi boschi maestosi, apprezzate la divina misura di pini, abeti bianchi e faggi. Resterete annichiliti di fronte alle piramidi arboree dei Giganti della Sila, monumenti impareggiabili, frutto di centinaia di inverni nevosi, di primavere profumate, di autunni fiammeggianti, di estati ventose…”. (1
Leggi tutto: Montagne di Calabria. Il paradiso non può attendere.