“Con decreto sottoscritto in data odierna (20 novembre, nda) ho indetto per il prossimo 26 maggio le elezioni per il rinnovo del Presidente della Giunta e del Consiglio regionale, in coincidenza con le prossime elezioni dei membri del parlamento europeo spettanti all’Italia”. Con questo comunicato, che certo non lascia molto all’immaginazione, la temperatura della politica lucana si è impennata improvvisamente. Flavia Franconi, professore ordinario di Farmacologia cellulare e molecolare presso il Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari, dal 2014 assessore con delega alle Politiche per la persona e vicepresidente della Regione Basilicata, è -dallo scorso luglio- il presidente f.f. della regione, dopo le vicende giudiziarie che hanno portato ai domiciliari -poi revocati ad ottobre- il Governatore Marcello Pittella, attualmente destinatario di un divieto di soggiorno nel capoluogo lucano.

Dunque, è stata la magistratura ad imprimere un forte scossone alla politica regionale, non nel senso di un’anticipazione della tornata elettorale, quanto nella sua posticipazione. Un po’ eccessiva, per la verità. Ad oggi, dunque, si voterà domenica 26 maggio, unitamente al rinnovo del Parlamento europeo, all’interno di un “election day” che vede nell’economicità le ragioni di una scelta. In realtà, la situazione è più complicata di quanto appare: la fine naturale della legislatura è suonata il 18 novembre scorso e, tempi alla mano, si sarebbe dovuto tornare alle urne domenica 20 gennaio 2019: il giorno prima, però, Matera aprirà ufficialmente il suo anno da capitale europea della cultura, ed allora il tradizionale giorno scelto per il silenzio elettorale sarebbe coinciso proprio con l’inizio delle importanti celebrazioni della Città dei Sassi: un po’ troppo per le nostre regole elettorali. Anticiparle a dopo le fine delle festività natalizie avrebbe sicuramente privato del voto centinaia di lucani già tornati presso le rispettive sedi di lavoro e di studio: ed allora, ecco che tutte le parti in causa avevano, giustamente, optato per un rinvio. Che ora, però, sarebbe di ben sei mesi, visto che la Franconi, facendo suo un parere del costituzionalista Alessandro Staiano che si basa sull’interpretazione della legge 111/2011 che regola la materia in caso di più chiamate alle urne, ha ora agganciato la Basilicata ad un classico “election day” che comprende anche europee e comunali. Questo lo stato dell’arte che, in realtà, potrebbe anche mutare rapidamente, visto che non c’è ancora un decreto di indizione su base nazionale, per cui se dovesse cambiare la data delle Europee, la Basilicata, a sua volta, sarebbe costretta a riadeguare la sua stessa chiamata alle urne ad un nuovo “election day”. Anche Abruzzo e Sardegna sono chiamate al voto regionale, ma, in faccia al turno unico dettato da ragioni di risparmio, hanno addirittura scelto di votare per il rinnovo dei propri organi rispettivamente il 10 ed il 24 febbraio, date che, a questo punto, potrebbero andare bene anche per la Basilicata. Intanto, se regna il caos dal punto di vista amministrativo, immaginiamo la confusione dal versante più spiccatamente politico: le vicende giudiziarie del presidente Marcello Pittella hanno scompaginato i piani nel centro-sinistra lucano, attestato intorno al 20%, che vedrebbe praticamente tramontare l’ipotesi di un’intesa con Liberi e Uguali, quest’ultimi intorno all’8%. Dal versante opposto, dovrebbe essere Forza Italia ad indicare il candidato del centro-destra, che naviga su un rassicurante 30%.  Chi invece è ormai da tempo in piena campagna elettorale è Antonio Mattia, dei Cinque Stelle, che sta battendo il lungo ed in largo il territorio, forte di un 39% dei sondaggi. Carmen Lasorella, giornalista di lungo corso, capeggerà la sua LuCi (Lucani Insieme), mentre i Radicali Lucani si presenteranno con in testa il loro segretario Maurizio Bolognetti. A Potenza e dintorni non mancano le occasioni di discussione. 

Egidio Lorito, “Libero” / Attualità                                       27/11/2018

Torna su