Il governatore pensa di ricandidarsi
Il prossimo 24 marzo gli aventi diritto residenti in Basilicata saranno chiamati alle urne per scegliere il nuovo presidente della Giunta e rinnovare il Consiglio regionale. Nei giorni scorsi, la presidente facente funzioni, Flavia Franconi, ha posto la firma in calce al decreto, convocando di fatto i comizi elettorali ed avviando ufficialmente una campagna elettorale che si preannuncia intensa e combattuta. E’ stata data, così, piena attuazione al deliberato del Tar Basilicata che lo scorso 10 gennaio, in accoglimento dei ricorsi presentati dal candidato governatore del Movimento 5Stelle Antonio Mattia e dai consiglieri regionali Gianni Leggieri e Gianni Perrino, aveva respinto l’accorpamento obbligatorio delle votazioni, stabilito sempre con decreto dalla Franconi per il 26 maggio: quest’ultima, che dallo scorso luglio guida la regione dopo le note vicende giudiziarie del presidente Marcello Pittella, ha rispettato il diktat della massima assise amministrativa regionale di operare entro termini perentori, ovvero “convocare nel termine utile di venti giorni dalla comunicazione della presente decisione i comizi per le elezioni del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio Regionale della Basilicata da tenersi nella data utile più ravvicinata”.
La prima scelta, per decreto, era stata duramente contestata dalle opposizioni in Consiglio regionale che avevano gridato al “furto di democrazia” operato dal centrosinistra lucano per far guadagnare tempo ai dem che attendevano, evidentemente, anche una diversa statuizione in favore del proprio leader Pittella, che, infatti, aveva già ottenuto dal suo partito l’investitura plebiscitaria alla guida della regione per un secondo mandato. Invece i progetti erano naufragati innanzi alle decisioni giudiziarie: dapprima, a fine dicembre, il Tribunale del riesame potentino aveva respinto il ricorso del presidente, condannando Pittella a continuare a subire il divieto di dimora nel capoluogo e la sospensione dall’incarico per effetto della legge Severino; poi, l’11 gennaio, anche il Gip di Matera, competente per territorio nell’inchiesta denominata “Il suggello”, si era espresso sulla permanenza del divieto di dimora del governatore, lasciando di fatto la Regione senza una guida politica. Ora, in poco più di sessanta giorni, gli schieramenti ed i rispettivi candidati, proveranno a convincere il popolo lucano della bontà delle rispettive proposte politiche e a dare un governo stabile alla Regione. Intanto, proprio il governatore Marcello Pittella ha rassegnato le dimissioni da presidente della giunta regionale, formalizzate nelle mani del presidente del Consiglio Vito Santarsiero che ha spiegato di aver ricevuto una comunicazione a firma dell’ormai ex presidente nella quale a seguito del “decreto di indizione delle nuove elezioni fissate per il 24 marzo 2019, ritenuto esaurito il mandato ricevuto dagli elettori”, presentava “le sue irrevocabili dimissioni dalla carica di presidente della giunta regionale”. Uno dei legali di Pittella, Donatello Cimadomo, sta valutando di depositare una ulteriore istanza di revoca del divieto di dimora a Potenza, supportata dalla circostanza che con le dimissioni verrebbero meno le esigenze cautelari della reiterazione dei reati e, in caso di accoglimento, si caducherebbe anche la sospensione disposta dalla legge Severino, utile nel caso di nuova elezione a governatore. Perchè il punto è proprio questo: Pittella avrebbe, infatti, manifestato al suo entourage la volontà di candidarsi per un secondo mandato, mentre nei mesi addietro sembrava orientato a lasciare la vita politica regionale.
Egidio Lorito “Libero” / Attualità 26/01/2019