Arrestate 11 persone, 4 italiani e sette stranieri. Questi ultimi erano diventati il terrore degli esercizi commerciali
Un pericoloso sodalizio criminale italo-rumeno è stato sgominato all’esito di una complessa operazione di polizia che ha interessato, in Calabria, le città di Lamezia Terme, Cosenza, Corigliano e Seminara, oltre Catania e Venezia, con controlli ora estesi all’intera area di Schengen, finalizzati alla cattura degli ultimi due componenti della banda. I Carabinieri del Gruppo di Lamezia Terme, agli ordini del colonnello Massimo Ribaudo e i colleghi della Compagnia agli ordini del capitano Pietro Tribuzio, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della Procura di Lamezia Terme diretta dal Procuratore capo Salvatore Curcio, nei confronti di 11 indagati che divisi in due diversi sodalizi, si erano resi responsabili di furti e rapine ai danni di uffici postali ed esercizi commerciali lungo la costa tirrenica cosentina e nell’area della città di Lamezia Terme.
Avviate nel 2018, le indagini hanno dapprima verificato l’attività di un primo gruppo criminale costituito da quattro cittadini italiani che si era specializzato in rapine, in Calabria e Sicilia, ai danni di uffici postali: in seguito era stata accertata l’attività di un secondo sodalizio criminale, costituito da sette soggetti rumeni e slavi che si dedicavano, principalmente nel territorio calabrese, a rapine e furti, con il classico metodo della “spaccata”, terrorizzando numerosi esercizi commerciali ed aziende. In particolare, a destare il sospetto degli inquirenti che si trattasse di un’unica organizzazione dedita ad azioni spettacolari, erano state due rapine avvenute nell’ufficio postale di Lamezia Terme, un’altra sventata a Reggio Calabria, una rapina ai danni di una ditta di materiali edili di Falerna, nell’area dello svincolo dell’autostrada A2, un furto perpetrato ai danni di un esercizio commerciale di Amantea, nel basso cosentino, ed un furto messo a segno a Campora San Giovanni, sempre sulla bassa costa cosentina, all’interno di un deposito dell’Anas, di un automezzo pesante che sarebbe servito, successivamente per recuperare parte della refurtiva abbandonata in occasione della rapina ai danni dell’azienda edile. Singolare il nome attribuito dagli inquirenti all’operazione: “il nome Cenerentola ha preso spunto dal fatto che uno dei due rapinatori aveva perso una scarpa dopo una rapina: ciò ha fatto sì che si ritardasse l’operazione della fuga ed ha anche permesso di scoprire che l’auto utilizzata aveva anche una doppia targa, una anteriore ed una posteriore. Una era originale mentre l’altra era stata presa da un’auto rubata”, ha dichiarato il capitano Tribuzio nel corso della conferenza stampa, mentre il Procuratore Curcio ha evidenziato come si sia “trattato di una attività investigativa pura, senza collaborazione: è stato effettuato il controllo dei traffici telefonici che ha consentito di accertare la compiuta attività degli indagati”. L’indagine ha potuto contare su numerose immagini tratte dalle telecamere di sicurezza di tutti gli esercizi e le aziende visitate dal gruppo, cui è seguita una “complessa attività di analisi del traffico telefonico grazie alla quale si è scoperto che utilizzavano una rete anonima: grazie all’acquisizione di ulteriore elementi utili come il Gps e ad alcune riprese con telecamere sia cittadine che private si sono potuti scoprire anche i vari sopralluoghi effettuati dalla banda. Nel corso delle perquisizioni è stata trovata anche la mappa di un ufficio postale: le rapine venivano portate a segno di sabato quando venivano caricati i bancomat”, ha dichiarato il colonnello Ribaudo sempre a margine della conferenza stampa. Francesco Battaglia, 51 anni, di Seminara, nel reggino, Santo Di Bella, 48 anni, di Catania, Mario Cici, 26 anni, di Catania e Giuseppe Tropea, 33 anni, di Lamezia Terme, sono i membri italiani del sodalizio cui si sono aggiunti i rumeni Ludovic Daniel Teglas, di 28 anni, Arghil Muresan di 30 anni, Romelius Marius Lacatus di 36 anni, insieme al moldavo Ion Parus, di 25 anni ed allo slavo Tiberiu Catalin Lacatus, di 25 anni.
Egidio Lorito “Libero” / Attualità 21/02/2019