Bisognerebbe chiederlo ai cittadini calabresi cosa pensano dello stato in cui versa la sanità nella loro terra, tra strutture obsolete, ospedali mai terminati, guerre intestine, emigrazione sanitaria, a fronte di alcune eccellenze che, ovviamente, mai emergeranno, anche alla luce del blitz del Ministro della salute, fresca di visita ad alcune strutture ospedaliere regionali, dopo il clamore suscitato dal recente servizio degli inviati de Le Iene che avevano sollevato l’ennesimo polverone mediatico. Meglio tardi che mai, si dirà: intanto il comparto sanitario, ennesima beffa di questa regione, si presenta come il malato terminale al cui capezzale il Ministro Giulia Grillo è voluta correre per portare conforto, facendo sentire la vicinanza del governo, insieme ai commissari Saverio Cotticelli e Thomas Schael ed al prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari: “non avrei mai pensato che la situazione fosse così grave. Avevo notizia della gravità che sta soffrendo questa regione e mi metto nei panni dei calabresi in una regione, unica in Italia, che ha visto peggiorati i Lea (Livelli essenziali di assistenza, nda) ed è peggiorato anche il disavanzo sanitario”.
Allora, se il malato pare essere terminale, cosa di meglio che un bel decreto straordinario che metta ordine ad un ginepraio sanitario-amministrativo, con tanto di coinvolgimento della solita ‘ndrangheta, pronta a razziare finanziamenti, bandi e prebende varie? “Sarà un decreto articolato che conterrà diverse misure e in cui sarà prevista, se necessaria, la sostituzione dei vertici delle Asp e delle Aziende ospedaliere e, se necessario, dei direttori sanitari e amministrati. E’ previsto anche l’ampliamento delle competenze della Commissione straordinaria in caso di scioglimento per infiltrazioni mafiose e un obbligo di gestione straordinaria per enti in dissesto finanziario o con gravi irregolarità nella gestione contabile. Un esempio eclatante è la contabilità dell’Asp di Reggio che non c’è. Il decreto prevederà anche l’obbligo di avvalersi delle centrali di spesa e stiamo valutando procedure di amministrazione straordinaria per le strutture convenzionate che possano avere problemi di infiltrazioni”. Meglio tardi che mai, senza dubbio, ma intanto il deficit del comparto ha raggiunto la bella cifra di 127 milioni di euro, distribuiti tra i 32 milioni all’Asp di Cosenza, i 32 di Crotone, i 40 di Catanzaro, i 22 di Reggio, mentre a Vibo Valentia, che già vanta il primato di provincia più povera d’Italia, si registra il pareggio sol perché non si erogano servizi. Si sussurra che il decreto straordinario -sì, siamo tornati agli interventi straordinari per il Mezzogiorno…- verrà presentato nel corso di un Consiglio dei ministri anch’esso straordinario che dovrebbe tenersi in Calabria, ma il Ministro chiede il cambio di passo e, sicuramente, il cambio dei vertici delle stesse aziende. Intanto, chi era presente alla conferenza stampa ha potuto toccare con mano l’inesistenza dei rapporti tra il Ministero e la Regione, con quest’ultima orfana del suo massimo rappresentante, ancora alle prese con l’obbligo di dimora nel suo comune. “Non capisco chi ha il coraggio di criticare il mio operato: la regione è stata abbandonata. Spero non abbiano il coraggio di impugnare anche questo decreto, così come è stato fatto per le nomine dei commissari. Ci sono politici che vogliono difendere il loro orticello, atteggiamento inconcepibile di fronte al dato oggettivo di questa realtà. Forse c’è la volontà di distruggere il pubblico”. Al fuoco di fila del Ministro risponde subito la deputata del Pd Enza Bruno Bossio: “il Ministro Grillo si sta rendendo responsabile di vero e proprio bullismo istituzionale contro la Calabria. Probabilmente glielo avrà suggerito il suo mental coach da 35 mila euro l’anno. Sia il Ministro che il suo mental coach dovrebbero sapere che sono 10 anni che la gestione della sanità calabrese è decisa fuori dalla Calabria, per via del commissariamento”. Anche Wanda Ferro, deputata di Fratelli d’Italia, sottolinea come “la visita in Calabria del ministro Grillo e’ un segnale positivo, seppur tardivo, di una attenzione del governo nei confronti della situazione drammatica in cui versa la sanità calabrese: meglio tardi che mai, è il caso di dire”. Già, meglio tardi che mai…
Egidio Lorito “Libero” / Attualità 08/03/2019