Non ha fatto neanche in tempo a godersi una nuova e sorprendente vittoria elettorale alla veneranda età di 91 anni che per Ciriaco De Mita -rieletto sindaco della sua Nusco- più volte ministro, presidente del Consiglio dei ministri nel 1988 e leader storico della corrente di sinistra della Democrazia cristiana, si è palesata nuova bufera giudiziaria. Ma questa volta innanzi ad un tribunale non dovrà presentarsi uno dei simboli del Pentapartito da Prima Repubblica: tra le dieci persone rinviate a giudizio dal Gup del tribunale di Avellino, nell’ambito di un’inchiesta che riguarda l’assistenza agli spastici, risultano la moglie Annamaria Scarinzi e le figlie Simona e Floriana. Le indagini avevano fatto emergere come un corposo flusso di denaro proveniente dai conti correnti di due “onlus”, l’“Aias Avellino” e “Noi con loro” -quest’ultima fondata e presieduta proprio dall’ex first lady- che si occupavano di assistenza sociale a persone gravemente disabili, fosse stato fatto confluire verso due società con sede nella città capoluogo dell’Irpinia che operavano nel settore informatico e persino nella gestione di un esercizio commerciale, nello specifico un bar. “Fondi destinati a finalità pubbliche”, aveva scritto il gip, “divenuti invece profitto esclusivo di una cerchia di persone” che erano state scoperte essere vicine alla moglie dell’ex presidente del Consiglio dei Ministri.
Le dieci persone che il prossimo 9 ottobre dovranno rimettersi al giudizio del Tribunale di Avellino sono accusate, a vario titolo, di peculato, riciclaggio, malversazione ai danni dello Stato e truffa aggravata: la Procura di Avellino -le indagini furono coordinate, all’epoca dal procuratore capo Rosario Cantelmo e dall’aggiunto Vincenzo D’Onofrio- dopo ben 12 anni ha praticamente visto riconoscersi il teorema dell’esistenza di un vero e proprio “sistema” capace di distrarre il denaro pubblico destinato, in partenza, all’assistenza delle persone diversamente abili. Nel maggio 2007, infatti, il Nucleo speciale della Polizia valutaria di Roma, recependo una segnalazione su “operazioni finanziarie sospette”, aveva avviato le indagini su una presunta “promiscuità nella gestione” di “Aias Avellino” e di “Noi con Loro”, all’epoca destinatarie di copiosi finanziamenti pubblici: gli inquirenti puntarono la moglie dell’ex presidente del consiglio e sindaco di Nusco, ed anche se Ciriaco De Mita non risultò formalmente indagato, non fu difficile dimostrare un suo ruolo non neutrale, visto il personale interessamento per l’accreditamento di “Aias Avellino” presso la Regione Campania. Fu scoperto che attraverso bonifici effettuati nei confronti dei titolari di un piccolo bar e di una società informatica, intestati a persone fidate -“quantitativi notevoli rispetto ai fatturati di queste piccole attività”- “fondi destinati a finalità pubbliche” erano “divenuti invece profitto esclusivo di una cerchia di persone” vicine alla Scarinzi, per mezzo di alcune operazioni di prelievo e ripulitura. Proprio un anno fa la signora De Mita venne raggiunta da un provvedimento cautelare di obbligo di firma.
Egidio Lorito “Libero” / Attualità 07/06/2019