Dal direttore editoriale de “L’ALTRAVOCE dell’Italia -Quotidiano del Sud”, una serrata e spietata analisi contro i tanti luoghi comuni che vedono il Sud, da sempre, vivere alle spalle del ricco e produttivo Nord

Ho conosciuto Roberto Napoletano nell’estate del 2018, il 30 luglio per l’esattezza. Quella sera sarebbe intervenuto a Praia a Mare nell’ambito della XII edizione della rassegna d’autore “Praia, a mare con…” che organizzo, dal 2007, nella nota località turistica dell’alto Tirreno cosentino, location che ha dato il benvenuto a ben 160 firme del panorama culturale nazionale. Quel suo ultimo saggio, “Il Cigno nero e il Cavaliere bianco. Diario italiano della grande Crisi” (La Nave di Teseo, 2017), nelle oltre 500 pagine, avrebbe raccontato gli anni della grande crisi economica che aveva colpito al cuore l’Italia e l’Europa, anni che Napoletano stesso aveva vissuto in prima linea -praticamente in presa diretta- da direttore prima de “Il Messaggero”, tra il 2006 ed il 2011 e, soprattutto, de “Il Sole24Ore”, dal 2011 al 2017.

Una platea attenta ed attonita si era lasciata guidare attraverso un lungo viaggio iniziato nel novembre del 2011, quando sul nostro Paese si abbatté il famigerato “Cigno Nero”, la c.d. tempesta perfetta dei mercati. Ma quella sera, accadde qualcos’altro: “Praia a Mare, lunedì 30 luglio. Nella piazza del paese di un Sud sabbioso che si specchia nelle grotte dell’Isola di Dino, a qualche centinaio di metri da un lembo di costa dove si incontrano Cilento, Basilicata e Calabria, mi avvicina un signore di Pordenone, capelli e baffi bianchi brizzolati, mi scuote il braccio e mi dice: “non abbiamo più bisogno di niente: secessione, devolution, sono ormai parole vuote: i soldi, tutti ma tutti, li abbiano portati in Carinzia, è Austria ma anche un pò Italia, un altro paio di sacchetti dei nostri soldi -quello che serve- sta a casa sotto i materassi”. Nacque a Praia a Mare, dunque, “Apriamo gli occhi. Perché i nostri risparmi sono in pericolo” (La Nave di Teseo+, 2018), il successivo pamphlet che denunciava “(…) i rischi che correvano (e corrono…) i nostri risparmi dopo la nascita di un governo in cui convivono il populismo dei grillini e il sovranismo della Lega, da sempre ritenuto dai mercati il massimo rischio possibile”. Ora, una manciata di mesi dopo, a chiudere la trilogia, ecco fresco di stampa “La grande balla. Non è vero che il Sud vive alle spalle del Nord. E’ l’esatto contrario” (La Nave di Teseo, 2020). Roberto Napoletano, (La Spezia, 1961), avellinese doc, venne assunto a “Il Mattino” nel 1984, arrivando alla direzione de “Il Messaggero” nel 2006 per passare, poi, nel 2011, ai comandi della stanza dei bottoni del prestigioso quotidiano economico “Il Sole24ore”, di proprietà di Confindustria: esperto di temi economici, negli anni si è visto assegnare il Premio Guido Carli, il Premio internazionale di giornalismo civile, il Premio speciale Saint Vincent di giornalismo per le inchieste in prima pagina, il Premio Biagio Agnes ed il Premio Capalbio. E molte cose sono cambiate, in appena pochi mesi: intanto, dall’aprile del 2019, è il direttore editoriale del “Quotidiano del Sud”, in abbinamento ad un elegante il foglio nazionale “l’ALTRAVOCE dell’Italia”, nuova scommessa  nelle mani degli editori cosentini Francesco e Antonella Dodaro, che possono contare su un parterre di firme prestigiose, tra cui spiccano il brillante maìtre à penser  Pietrangelo Buttafuoco, l’economista Fabrizio Galimberti,  il presidente dello Svimez Adriano Giannola, il già direttore dell’Ansa Giampiero Gramaglia, un intellettuale della carta stampata del calibro di Paolo Guzzanti, Piero Mei, già firma di punta del Messaggero, Alberto Negri, esperto in questioni internazionali, lo storico Paolo Pombeni, un cronista di razza come Simone Di Meo ed il poliedrico Cesare Lanza, cosentino, riconosciuto talent scout. E poi, in qualità di vice, l’ex vice-direttore del Messaggero Stefano Regolini e l’ex capo servizio Antonio Lucchini, con Roberto Marino nelle vesti di condirettore, con Rocco Valenti direttore responsabile.  
Molte cose sono cambiate, dunque: il governo nazionale non è più giallo verde, dopo l’abbandono della Lega di Salvini ed il rimpiazzo del Patito Democratico di Nicola Zingaretti, a colorare -ora- di giallo-rosso il governo nazionale di questi ultimi sette mesi. Un’inchiesta, questa di Napoletano, condita di dati e statistiche ufficiali alla mano, che raccontano dello scippo miliardario che ogni anno il Nord effettua ai danni del Sud, e che capovolge, finalmente, lo stantio stereotipo di un Mezzogiorno d’Italia perennemente assistito: in realtà abbandonato al suo destino.
Un’inchiesta esplosiva sulle vere cause, e le vere responsabilità, di un’Italia divisa in due, che si fa la guerra invece di unire le forze, con sullo sfondo la “questione meridionale” rielaborata come non mai: “quanti cittadini sanno che sessantuno miliardi dovuti al Sud vengono, ogni anno regalati, al Nord, nel più grande furto di Stato mai conosciuto dalla Repubblica italiana nella sua storia recente? Sapete a quanto ammonta la spesa per infrastrutture nel Mezzogiorno? Lo 0,15% del PIL, praticamente azzerato. C’è un treno ad alta velocità ogni venti minuti tutti i giorni tra Milano e Torino e nemmeno uno alla settimana da Napoli a Bari o da Napoli a Reggio Calabria. Sapete che per gli aiuti alle famiglie in Campania arrivano trenta milioni, in Lombardia duecentocinquanta, in Veneto duecento? E che al Nord c’è un insegnante ogni dieci studenti mentre al Sud gli studenti sono venti per ogni professore?” Napoletano ci conduce lungo un viaggio tra lo stereotipato assistenzialismo meridionale ed una politica che nell’ultimo ventennio, a suo dire, “ha tolto investimenti pubblici al Sud per sostenere la cassa integrazione al Nord, soddisfare le pretese dei produttori di latte, degli obbligazionisti veneti, sistemare gli amici degli amici nel coacervo di enti pubblici proliferati con la spesa facile. Tutti collocati nelle regioni più ricche. La verità (amara) è che i maestrini dell’integrazione tra Nord Italia e Nord Europa e del teorema “il Mezzogiorno seguirà” hanno sbagliato tutto. L’unica integrazione possibile è quella tra Nord e Sud Italia, per poter competere con più forza nell’arena globale.” 
Nord assistito, Sud dimenticato. C’è da leggere…

Roberto Napoletano, La grande balla. Non è vero che il Sud vive alle spalle del Nord. E’ l’esatto contrario, La Nave di Teseo, 2020, € 17.00

Apollinea.  Rivista Bimestrale del Territorio del Parco Nazionale del Pollino
Anno XXIV, numero 2 / Marzo-Aprile 2020   

Praia a Mare, 03/03/2020                                                   Egidio Lorito

 

 

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