L'attuale e delicato dibattito che coinvolge il diritto all'informazione, analizzato nei suoi fondamentali versanti del concetto di privacy e di tutela della persona, costituisce il filo conduttore della ricerca compiuta da Egidio Lorito.

L'autore, cultore della materia presso la cattedra di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Salerno, in questa che è la sua prima uscita editoriale, compie un articolato viaggio nel mondo dell'informazione, quest'ultima posta in contatto con la società contemporanea - giustamente definita “società della comunicazione” - con il concetto di privacy, analizzato nelle sue connotazioni storione e giuridiche e con la più generale problematica della tutela della persona, in una visione costituzionale e penale. Già dalla premessa metodologica, l'autore chiarisce il senso della sua ricerca, diretta a soddisfare almeno due obiettivi: da un lato rappresentare un punto di partenza per l'elaborazione sistematica di conoscenze ed idee sul problema dell'informazione analizzato nella società della comunicazione, il tutto indagato con un indispensabile strumento multidisciplinare, che coinvolge l'analisi giuridica, unitamente a quella politologica, sociologica e storica;dall'altro sottolineare l'attuale approccio al tema, in considerazione del fatto che la problematica oggetto della ricerca ha complessivamente raggiunto picchi di importanza che non è più possibile lasciare senza regole, alle quali l'intera comunità deve necessariamente riferirsi e sulle quali deve necessariamente confrontarsi. La prefazione del lavoro è affidata ad un giurista cattolico di chiara fama nel panorama accademico nazionale: Pasquale Colella, già Magistrato di Cassazione, Professore Ordinario di Diritto Canonico, che ha seguito la ricerca sin dall'inizio nella sua qualità di titolare della cattedra di Diritto Costituzionale, all'interno della quale, durante lezioni, seminari ed attività di tutorato, sono state condotte molte delle riflessioni presenti nella ricerca. Colella non ha dubbi nel sottolineare come la dottrina costituzionale ritenga la libertà di manifestazione del pensiero una delle pietre angolari del sistema democratico, in quanto la garanzia della libertà di circolazione delle idee è il fondamento della democrazia stessa e si estende positivamente anche a forme particolari di espressione del pensiero che trovano nella nostra Carta costituzionale una specifica ulteriore partecipazione. La ricca indicazione bibliografica che fa da contorno alla ricerca, trova il suo leit motiv nel celebre paradosso di Jurgen Habermas, filosofo di punta della scuola di Francoforte, che già trent’anni prima, a proposito degli strumenti comunicativi, parlava di “morte della democrazia”, dimostrando come “la libertà si sia affermata con il controllo borghese della politica tramite l'informazione, ma come tutto sia entrato in crisi quando i governanti o i gruppi di potere si sono impossessati di questi strumenti per persuadere i cittadini sulla validità delle proprie scelte” ( Dal Ferro ). Nessuna pretesa di esaustività connota la ricerca di Lorito, che si è volutamente mantenuto lungo i Dinari di una prima e timida analisi compiute alla luce non solo degli interessi personali ma anche degli stimoli che provengono dall'attività forense e da quella giornalistica, oggi più che mai inscindibilmente legate nel settore della libertà di manifestazione del pensiero.

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