Anno 2008. Citazione a pagina 373-374:"MI, ottobre 1988. Conclusione del concorso a preside.
A Praia con Bona. A Montecatini, per PSLS (e commissione conferenza dei Presidenti), poi a Roma per concorso, settimana conclusiva.
E' arrivata Bona. È stato bellissimo. Cena finale con la commissione e direttore generale Italia Lecaldano. Fiori, musica, ringraziamenti. Poi ad Avelline in auto, per una conferenza UCIIM sull'autonomia scolastica. Molti presenti, tra cui il Prefetto. Gente commossa, che si congratula e mi promette impegno. Bona raggiante. A cena tutti insieme.
La mattina seguente a Praia, in auto, con Rossella Colafranceschi, per il convegno sulla «decisione nel management». Pomeriggio in casa a studiare, serata passeggiando in riva al mare. La mattina conferenza molto seguita e apprezzata. Complimenti e stima visibile. A tavola mi sono sentito male e sono fuggito a metà pranzo, come febbricitante e teso. Spasmi per tutto il giorno. Cena la sera con i Lorito, dopo la messa di tutti i Santi. Notte difficile. Mal di stomaco e forte vento. La mattina cielo luminoso, viaggio in auto con Peppino e decollo a Lamezia Terme. Arrivati a Milano, nella nostra bella casa, pranzo, pisolo, messa e ospedale, dalla Chilovi, vecchina di Bona.
E' stata una settimana intensa, con Bona, gli amici, il «nuovo mondo» di Praia. Troppo stress? Il medico non mi dice di ritirarmi a vita privata, ma di prendere la pilloletta senza scrupoli.".
Anno 2008. Citazione a pagina 377-378:"MI, Epifania 1989. Lunga chiacchierata con Attilio
Attilio ed Eliana hanno passato tre giorni, fra Natale e Capodanno, a Cremona, per un periodo di riflessione e di preghiera a sfondo missionario. Sono stati contenti. Deo gratias. Poi hanno passato il Capodanno a Valle con i cugini e con gli amici. Contenti, nonostante la solita rottura dell'impianto dell'acqua. Bona e io in pullman a Darfo, l'ultimo dell'anno, Tè deum e messa, poi cena tra fratelli e cognati, con Valerla e Luisa e la ultra ottantenne mamma di Gian. Dolcissimo Capodanno, senza la temuta influenza. Passeggiata in una mattina radiosa, tra i paesini vicini a Darfo. Poi ritorno a casa, nella nostra accogliente casa di Milano. Termino la replica al Convegno di Scholè, che posso mandare a Brescia. Gastroscopia all'Ospedale Sacco. L'ulcera al duodeno risulta guarita. Deo gratias. Ho avuto ancora tensione addominale. Dovrei fare altre indagini, ma preferisco attendere le vacanze estive. Ora ho troppo da fare. E così è arrivata l'Epifania. Don Saldarmi, Vescovo, già confessore di Bona, mi da in questo momento la benedizione da Radio A. Bona è a messa, per raccogliere fondi per la giornata missionaria. L'Epifania sta portando via tutte le feste. Si presenta denso, l'anno che inizia, e con molte incognite. Spero che sia buono e che i bagliori di guerra nel Mediterraneo non offuschino le speranze di pace che sono fiorite quest'anno con i colloqui Reagan-Gorbaciov e l'apertura di Arafat agli USA e a Israele. Lunga chiacchierata-discussione con Attilio, la sera della Befana. Centro del contendere il mio giudizio su di lui, o almeno sulla sua scelta di vita. Per lui è importante la pace, l'amore concreto, che si manifesta come attenzione e comprensione per le persone che stanno vicino. Il resto, la cultura, lo studio, la politica sono tentazioni pericolose di efficientismo. Questo per contestare la mia proposta di studiare un po' d'inglese e d'informatica, in considerazione del fatto che il mondo va avanti e la conoscenza di certi lingguaggi ci consente di non esser tagliati fuori da circuiti umani sempre più larghi e coinvolgenti. Lui fa notare che tutto questo in pratica non serve e che è legittimo anche stare nel villaggio, non vivere nella metropoli. E che l'Albero degli Zoccoli di Olmi dimostra che anche in una società povera e ignorante si può vivere la solidarietà, che è il valore più grande. Non nego i suoi valori: dico che non bastano e che rischiano di rinchiudere e di ghettizzare chi oggi non si sforza di stare in Europa e nel mondo.
Bona lo comprende e si commuove per la sua sincerità, la sua onestà e la sua umiltà. Io lo vorrei qui con me, dolce e disponibile; ma non posso desiderare un figlio che ragiona a 20 anni come un pensionato. Che sarà di lui in futuro, di fronte ai suoi figli e al loro mondo? Sa cavarsela da solo, autogestirsi e farsi da mangiare, è sobrio, si fa apprezzare dagli amici, e tutto questo è bello. Perché non guardare anche un po' più avanti e in alto? Mi risponde che non ce l'ha con me, ma che non c'è solo il mio modello di vita. Lo invito a continuare a riflettere e a pregare. Io devo fare altrettanto.
Con Bona si è pensato di ospitare Egidio Lorito di Praia, Si troverà bene con noi? Aumenterà il lavoro di Bona, che è tanto impegnata e proiettata all'esterno e in parrocchia; ma come abbiamo fatto con altri, anche per lui la nostra casa sarà ospitale. Si cresce meglio insieme, anche se con qualche fatica e qualche limitazione in più.".