Sulla proposta di scioglimento di Forza Nuova, la parola ai giuristi: parla il costituzionalista Alfonso Celotto. «Occorre accertare un’effettiva volontà di ricostituzione del Partito fascista».

Dopo le violenze dello scorso fine settimana, esplose a margine delle manifestazioni “no green pass” di Roma e Milano, le forze politiche accelerano sul destino da riservare al movimento politico Forza Nuova, grazie alla presentazione in Parlamento di mozioni contro il movimento di chiara ispirazione fascista. Ma anche il mondo accademico fa sentire la propria autorevole voce: per il costituzionalista Celotto «occorre attendere la ricostruzione della magistratura nel senso dell’accertamento di una effettiva volontà di ricostituzione del Partito fascista: solo a quel punto si potrà andare nella direzione anche di uno scioglimento di Forza Nuova».

Le scene dell’assalto alla sede della Cgil a Roma, come quelle di qualche ora dopo al pronto soccorso dell’Umberto I di Roma, paralizzando di fatto l’accesso al vitale dipartimento di emergenza-urgenza del grande ospedale romano, hanno fatto tracimare il malcontento tra le forze politiche democratiche e rimbalzare la forte preoccupazione dell’opinione pubblica sulla azione muscolare che gli adepti di Forza Nuova hanno inscenato in un sabato di follia che solo per felici coincidenze non ha fatto registrare un bilancio ben più grave di porte sfondate, vetri infranti, suppellettili mandate all’aria, computer ed arredi mandati al macero, con il contorno di feriti e contusi.     
Nette, le posizioni dei partiti: i gruppi del Partito Democratico di Senato e Camera, capeggiati da Simona Malpezzi e Debora Serracchiani hanno sottolineato come «la nostra mozione chiede che il governo, attraverso gli strumenti previsti dalle leggi vigenti, sciolga l’organizzazione neofascista Forza Nuova e tutte le altre formazioni che si richiamano al fascismo. Ci auguriamo che tutte le forze politiche autenticamente democratiche la sottoscrivano. Chiederemo in conferenza dei capigruppo che la mozione venga calendarizzata al più presto al Senato e alla Camera». Mozione speculare quella presentata in Senato da Riccardo Nencini del partito Socialista Italiano e Davide Faraone di Italia Viva per i quali «Forza Nuova è un movimento di estrema destra, per ammissione dei suoi fondatori di chiaro stampo neofascista, Roberto Fiore e Massimo Morsello, a suo tempo condannati per associazione sovversiva e banda armata. Rappresentanti autorevoli di Forza Nuova sono stati organizzatori e protagonisti dell’attacco alla sede nazionale della Cgil avvenuto nella giornata di sabato 9 ottobre a Roma. L’episodio, senza ombra di dubbio, rientra nel canone dello squadrismo armato di cui si avvalse il fascismo tra il 1920 e gli anni successivi sia per la devastazione di circoli». Intanto Fratelli d’Italia ha chiesto che sia la magistratura o il governo ad occuparsi della vicenda, come ha evidenziato il deputato Giovanni Donzelli per il quale «in un sistema democratico esistono degli equilibri. Pensare di far votare a colpi di maggioranza lo scioglimento di un partito, anche sbagliato, è una deriva autoritaria gravissima del Pd. Spetta alla magistratura e in casi di emergenza al Governo, non al Parlamento».
Panorama.it ha chiesto, intanto, chiarimenti di stretta legalità costituzionale al professor Alfonso Celotto per ricondurre il prorompente dibattito politico e di opinione pubblica nell’alveo della Costituzione. 

Alfonso Celotto è professore ordinario di diritto costituzionale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre: visiting professor in numerose università europee ed americane, ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali e ha collaborato, per consulenza e per contenziosi, dinanzi alla Corte costituzionale. È stato Capo di Gabinetto e Capo Ufficio legislativo dei ministri Emma Bonino, Giuseppe Calderoli, Giulio Tremonti, Fabrizio Barca, Carlo Trigilia, Federica Guidi e Giulia Grillo, e commissario straordinario dell’ospedale Israelitico di Roma. Autore di oltre 400 monografie, articoli, note e voci enciclopediche sulle principali riviste scientifiche, è commendatore della Repubblica italiana. Dopo la pubblicazione del fortunato “Il dott. Ciro Amendola, direttore della Gazzetta ufficiale (Mondadori, 2014), proprio con lo pseudonimo di Ciro Amendola affronta le gravose tematiche della lotta impari tra il cittadino e la pubblica amministrazione, vista da una singolare prospettiva giuridico-sociologica.
Professor Celotto, lo scioglimento di Forza Nuova pare essere nell’aria.
«Occorre sbaragliare il campo da molti equivoci di fondo, facendo appello alla stessa Carta costituzionale, sul punto estremamente coerente con il pluralismo che la connota: la nostra Costituzione è estremamente aperta e democratica, tanto da consentire finanche l’apologia del Fascismo: ciò che vieta è soltanto la ricostituzione del Partito fascista».
Professore, ci perdoni, parliamo di posizioni condannate dalla storia…
«Certo, ma il dettato costituzionale, nello specifico quello della XII Disposizione transitoria e finale, vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista” e la legge Scelba del 20 giugno del 1952 chiarisce cosa è il reato di apologia del fascismo, per come avrebbe, a sua volta, chiarito la sentenza numero 1 del 1957 della Corte costituzionale. Ripeto: ciò che è vietato sono gli atti diretti a ricostituire un partito che funzioni e lavori come quello fascista».
L’interpretazione costituzionale riguarda solo quest’ultimo, allora.  
«Esatto e il divieto “costituzionale” è stato applicato in Italia solo due volte, nei casi di Avanguardia Nazionale, fondata da Stefano Delle Chiaie il 25 aprile del 1960 e sciolta nel 1976 e di Ordine Nuovo, fondato nel 1969 da Pino Rauti e Clemente Graziani e fatto cessare nel 1974 grazie ad una sentenza del Tribunale di Roma: in pratica, in entrambi i casi si attese una pronuncia del giudice penale che accertò i fatti giuridicamente rilevanti, non sempre facili da verificare. Ci si doveva rendere conto se, effettivamente, si stesse ricostituendo il partito fascista».
Oggi, accertati i fatti, cosa accadrà?
«La competenza allo scioglimento è del Ministro dell’Interno con un suo decreto che passa in Consiglio dei Ministri: proprio negli anni Settanta, in pieno scontro ideologico-terroristico, fu la prudenza del particolare periodo storico a dettare questa linea esecutiva. Ricordiamo bene il “sangue ideologico” che si versò in quegli anni…».

Professore, l’ombrello costituzionale è veramente ampio.
«Consente molto questo pluralismo costituzionale, anche sostenere idee fasciste, anche elogiare il fascismo, al punto che si racconta che negli anni Cinquanta lo stesso Movimento Sociale Italiano non venne assolutamente sciolto. Pare che anche Palmiro Togliatti avesse votato contro il suo scioglimento».
Addirittura!
«Noi non c’eravamo! Si tratta di una narrazione storica posta lungo la linea discretiva tra leggenda e realtà storca. Una cosa è certa: Togliatti, da ministro della giustizia, firmò l’amnistia per i reati fascisti. Si trattava di problemi caldi e storicamente vicini, eppure si ritenne, nell’ottica della pacificazione nazionale, di cercare di essere più cauti e comprensibili possibile».
Intanto Pd, Psi, Iv, Leu hanno presentato mozioni in Parlamento…
«Non spetta al Parlamento sciogliere un’associazione politica, anche nel caso di Forza Nuova. Fatti salvi, ovviamente, casi di necessità ed urgenza la cui analisi procedurale spetta, in ogni caso, al Governo. Si tratta delle classiche mozioni-bandiera nel dibattito politico per affermare con forza la nostra tradizione antifascista su cui è nata la stessa carta costituzionale. Ben vengano. Ma questo è il piano politico della vicenda».
Lo scioglimento spetta alla magistratura e in casi di emergenza al Governo, non al Parlamento.
«Assolutamente sì, e passiamo al piano procedurale, alla “quaestio iuris” della vicenda che sta tenendo banco in questi ultimissimi giorni. Però è anche giusto che se ne parli in Parlamento trattandosi di un tema di rilevante carattere politico».
La sua è un’analisi “in punto di diritto”, ci mancherebbe altro.
«Quella che comunemente definiamo “apologia del fascismo”, per assurgere a fattispecie di reato, deve palesarsi non come difesa elogiativa, ma come esaltazione tale da poter condurre effettivamente ad una certa e sicura riorganizzazione del partito fascista. In altre parole, tale apologia non dovrà essere valutata di per sé, ma in rapporto esclusivo all’effettiva riorganizzazione. E’ quest’ultima ad essere vietata»
Estremismo di idee e indagini penali, allora.
«Il primo può essere anche tollerato, perché in Italia sono vietate due tipologie di opinioni: una, seguendo il dettato costituzionale, è la ricostituzione del partito fascista; l’altra, seguendo la legge ordinaria, il negazionismo degli olocausti. Per il secondo aspetto, qualora, come detto, gli inquirenti dovessero accertare che Forza Nuova tentasse di ricostituire il partito fascista, allora potrebbe essere realmente sciolta».
Se questo accertamento dovesse dare esito negativo?
«Tutto rimarrebbe come ora: Forza Nuova, Casapound e tutti gli estremismi di destra e di sinistra rimarrebbero in vita, quali espressioni del pluralismo costituzionale delle idee».
Da giurista, quel modo di manifestare non la inquieta?
«Assolutamente sì: il diritto di manifestare il pensiero ex art. 21 Cost. è l’architrave del nostro ordinamento, espresso attraverso l’articolo 17 della stessa Carta nella libertà di riunione, che deve esplicarsi “pacificamente e senza armi”.  La violenza non può mai essere la forma di manifestazione del pensiero».
Professore, si sbilanci: come finirà questa vicenda?
«Ahah, domanda complicata ed imbarazzante! Non conosco i fatti nella loro materialità giuridica, se non per i resoconti della stampa. Occorre attendere la ricostruzione della magistratura nel senso dell’accertamento di una effettiva volontà di ricostituzione del Partito fascista: solo a quel punto si potrà andare nella direzione anche di uno scioglimento di Forza Nuova. E’ evidente la lunga serie dei reati commessi dai facinorosi: ma è opportuno ricostruire i tristi avvenimenti dello scorso sabato secondo il dettato del codice penale, prima di mettere in gioco il pluralismo delle idee e la XII Disposizione transitoria e finale».

Panorama.it                                                                    Egidio Lorito, 12/10/2021

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