Dopo l’imposizione del pass sanitario in Francia, anche in Italia è scoppiato il dibattito su libertà di scelta o obbligo vaccinale. Un tema sempre più caldo, tra aumento dei casi, varianti di ogni provenienza e prospettive di una quarta ondata in autunno.

«La diffusione virale ci ha evidentemente sorpreso, come se avesse giocato in anticipo, usando un termine calcistico di moda in questi giorni: anche noi scienziati abbiamo impiegato del tempo per metabolizzare la pandemia. La fase vaccinale, anch’essa preceduta da grandi tentennamenti, anzi da paure, alimentate da alcuni casi di morti sospette, ci ha finalmente fatto tirare un sospiro di sollievo».  

Edoardo Boncinelli, genetista e divulgatore scientifico, laureato in fisica all’Università di Firenze, si è dedicato allo studio della genetica e della biologia molecolare con particolare riferimento allo sviluppo embrionale degli animali superiori e dell’uomo: l’approfondimento dei meccanismi di formazione dell’asse corporeo e della corteccia cerebrale ha portato la sua ricerca a intrecciarsi con le neuroscienze e con l’indagine delle funzioni mentali superiori. Dopo aver lavorato, tra il 1968 ed il 1992 presso l’Istituto internazionale di genetica e biofisica del CNR di Napoli, ha diretto il laboratorio di biologia molecolare presso l’Istituto scientifico universitario San Raffaele” di Milano e il Centro per lo studio della farmacologia cellulare e molecolare del CNR. Docente di biologia e genetica all’Università Vita-Salute “San Raffaele” di Milano, a lui e al suo gruppo di lavoro si deve l’individuazione di una famiglia di geni atti al controllo del corretto sviluppo corporeo. Ha intrapreso anche una brillante carriera come saggista e divulgatore scientifico, spaziando dalle traduzioni dei poeti lirici greci a Leopardi, dai temi filosofici e letterari sino a riflessioni sul rapporto tra scienza e fede.  

Panorama.it l’ha incontrato per evidenziare l’approccio scientifico e filosofico al tema della pandemia che da un anno e mezzo ha letteralmente invaso le nostre vite quotidiane, tra paure (molte) e certezze (ancora poche).
Professore, partiamo dalla fase vaccinale: quelle morti sospette ci hanno veramente fatto allarmare.
«Perché ci hanno fatto interrogare sull’efficacia dei vaccini e, soprattutto, sulle loro possibili controindicazioni, tanto da spingerci a sottoporci ad esami di laboratorio francamente mai eseguiti dal cittadino medio. Forse a questo punto abbiamo iniziato veramente a comprendere la mostruosità scientifica che ci trovavamo innanzi».
Visione taumaturgica, quella della vaccinazione.
«Proprio il vaccino è stato interpretato come un trattamento quasi miracoloso, ed in parte lo è diventato. Adesso ci stiamo giocando una buona fetta del nostro futuro, e spero che fra qualche mese potremo girarci indietro e guardare a questo passato-presente con maggiore serenità»
Professore, qual è stata la sua posizione in questi mesi, “apocalittico o integrato”?
«Le faccio una confidenza che spero non allarmi i lettori: una volta mi sarei connesso alla problematica con maggiore attenzione e quindi maggior preoccupazione, e non solo dal punto di vista scientifico: oggi, vuoi per l’età, vuoi per la mia abitudine a fare cose anche molto diverse dal passato, la faccenda l’ho presa quasi sottogamba. Diciamo che non mi è pesata personalmente».
Certezze da scienziato…
«No, anzi, conoscendo la materia non c’era da stare tranquilli. Ho, invece, sofferto per l’addio a molti amici che mi hanno lasciato senza che avessi potuto salutarli per l’ultima volta, come nel caso di Giulio Giorello, insigne filosofo, amico fraterno e compagno di molte avventure editoriali».
Forse perché è prevalsa la sua componente scientifico-razionale su quella filosofico-poetica…
«Mah. Forse il mio filosofo interiore questa volta si è rintanato profondamente in me. Ho vissuto molto più a contatto con il Boncinelli-scienziato che sa benissimo come le pandemie siano fenomeni assolutamente verificabili, conoscendone la genesi. Se faccio emergere un attimo il Boncinelli-filosofo sostengo che il verosimile è il possibile non accaduto ma accadibile».
Torniamo al Boncinelli-scienziato…
«Certo, questa volta la preoccupazione è stata fomentata dalla mondialità del fenomeno del Covid-19, non certo rimasto legato e circoscritto ad un dato territorio. Ecco il campanello d’allarme, soprattutto per il futuro».
A proposito della genesi origini della pandemia…
«Il mio pensiero è, ovviamente, del tutto relativo, in quanto o si è assolutamente sicuri nell’affermare alcuni assunti, come le origini del virus di cui parliamo, o è meglio rimanere in religioso silenzio, e faccio mia la lezione di Ludwig Wittgenstein.  Penso, francamente, all’assenza di dolo, cioè di volontarietà diretta a far propagare il virus: ma senza evidenze scientifiche preferisco tacere. Non cerchiamo di colpevolizzare qualcuno sperando di salvarci la coscienza. Una pandemia è nella “natura delle cose”, citando il poeta latino Lucrezio».
Parliamo di vaccini, tra responsabilità e libertà.
«Il problema è sostanzialmente questo: sottoporre una persona ad un trattamento sanitario che va comunque nella direzione del proprio interesse. Ora, nella situazione di emergenza sanitaria in cui ci troviamo, chi non si vaccina non solo pone in essere un comportamento poco responsabile contro sé stesso, ma lo fa anche nei confronti della propria famiglia e della comunità che ha intorno».
E’ il primo versante del dibattito filosofico-giuridico…
«Si stenta a comprendere che non vaccinandosi si mette in pericolo non solo la propria persona (e qui rimaniamo, ancora, nella sfera personalissima di ognuno di noi) ma, a cerchi concentrici, anche la sfera di un numero indeterminabile di altri soggetti che quotidianamente vengono in contatto con una persona che ha scelto di non vaccinarsi».
Con effetti inimmaginabili…
«Se tutti avessimo ragionato in questo modo, il virus avrebbe liberamente giocato a fare lo slalom tra noi poveri birilli del tutto indifesi.  Ecco perché dobbiamo far sì che il Covid-19 incontri lungo il suo cammino il maggior numero di persone immunizzate, pronte a respingerlo e a non permettergli di “slalomare” come su una pista da sci».
Eccolo il punctum dolens: vaccinazione obbligatoria, allora?
« Io non ho nessun titolo per imporre la tanto discussa “vaccinazione obbligatoria”. Ma il cervello mi suggerisce che se un’imposizione vaccinale dovesse risultare palesemente contraria ad ogni principio di libertà individuale, allora dovrebbe essere proibita. Ma allo stato ci troviamo di fronte alla nostra stessa condizione di uomini, in parte biologica ed in parte sociale».
Libertà Vs responsabilità, ancora…
«Da una parte non vaccinarsi ci danneggia, dall’altra ci fa sentire e ci rende liberi come persone. Si tratta di valorizzare il nostro comportamento responsabile, e qui mi viene da citare un filosofo del calibro di Hans Jonas e la concezione etica del nostro agire quali esseri umani: si tratta semplicemente di applicare il principio di responsabilità ad ogni gesto dell'uomo che “deve” prendere in considerazione le conseguenze future delle sue scelte e dei suoi atti».
Boncinelli allora come si schiera, allora?
«Se fosse Edoardo Boncinelli a decidere per tutti, sono sicuro che imporrebbe l’obbligatorietà della vaccinazione, semplicemente perché è in gioco la tutela della nostra stessa sopravvivenza umana. Ma Boncinelli non comanda un bel nulla».
Senza allarmismi: anche quest’anno arriverà l’autunno…    
«Come ammoniva lo scienziato danese Niels Bohr, premio Nobel per la Fisica nel 1922, «È difficile fare previsioni, soprattutto sul futuro», quindi uno scienziato non dovrebbe lasciarsi trascinare su questa via. Ciò posto, sulla base di ciò che so e sento dire e che conosco in tema di biologia generale, gli strascichi non mancheranno certo e quindi non commettiamo l’errore di mollare di botto. E poi…».
E poi?
«Diciamocela tutta: la vera risposta starebbe nell’analisi comparativa della natura dei diversi virus, che andrebbe condotta in tutti i Paesi del mondo, operazione che comporterebbe l’utilizzo di enormi risorse economiche e di addetti ai lavori».
Il nostro Paese come si è comportato?
«Questa volta non butterei la croce sull’Italia, che anzi si è comportata molto meglio di ciò che immaginavamo tutti, viste le molte falle in altri settori della nostra vita statale. Certo eravamo impreparati, ma ciò che vorrei sottolineare è un altro dato, ovvero che nessuno dei vaccini oggi in commercio ed oggetto di inoculazione sia prodotto in Italia.  Su questo aspetto dovremmo riflettere: la nostra immensa cultura umanistica avrebbe dovuto spingerci a potenziare il versante della produzione scientifica. Di dosi vaccinali, intendo…».
«In genere pensiamo alla nostra vita da cittadini in termini di diritti, per essere protetti e riconosciuti dallo Stato nelle nostre libertà individuali e collettivi, ma spesso dimentichiamo che essere cittadini implica anche doveri. L’art. 2 cost. è molto chiaro nell’abbinare i doveri con i diritti: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”». Alfonso Celotto è professore ordinario di diritto costituzionale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre: visiting professor in numerose università europee ed americane, ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali e ha collaborato, per consulenza e per contenziosi, dinanzi alla Corte costituzionale. È stato Capo di Gabinetto e Capo Ufficio legislativo dei ministri Emma Bonino, Giuseppe Calderoli, Giulio Tremonti, Fabrizio Barca, Carlo Trigilia, Federica Guidi e Giulia Grillo, e commissario straordinario dell’ospedale Israelitico di Roma. Autore di oltre 400 monografie, articoli, note e voci enciclopediche sulle principali riviste scientifiche, è commendatore della Repubblica italiana. Dopo la pubblicazione del fortunato “Il dott. Ciro Amendola, direttore della Gazzetta ufficiale (Mondadori, 2014), proprio con lo pseudonimo di Ciro Amendola affronta le gravose tematiche della lotta impari tra il cittadino e la pubblica amministrazione, vista da una singolare prospettiva giuridico-sociologica.
Panorama.it ha dialogato con il costituzionalista per far emergere le criticità giuridiche in tema di vaccinazione, altra nota dolente di questi lunghi mesi. 
La figura dell’esperto di diritti è tornata di gran moda.
«In genere pensiamo alla nostra vita da cittadini in termini di diritti, per essere protetti e riconosciuti dallo Stato nelle nostre libertà individuali e collettive, ma spesso dimentichiamo che essere cittadini implica anche doveri. L’art. 2 cost. è molto chiaro nell’abbinare i doveri con i diritti: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”».
Diritti e doveri…
« Noi pensiamo che i doveri siano soltanto pagare le (non amate) tasse, prestare il servizio militare (fino a che c’era) e forse votare (che è definito un dovere civico dall’art. 48 Cost.). Ma ora sta emergendo in maniera interessante che anche vaccinarsi è un dovere. Specie se appartieni alle categorie che il piano vaccinale ha ritenuto dovessero essere le prime a vaccinarsi, proprio perché legate alla prestazione di servizi essenziali».
Normativa recentissima, ovviamente.
«Come ha disposto l’art. 4 del DL n. 44 del 2021 “gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell'infezione da Sars-CoV-2” ».
Ovvero?
«Aggiungendo che “La vaccinazione costituisce requisito essenziale per l'esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative rese dai soggetti obbligati”. E quindi prevendendo sanzioni chi non si vaccina fino alla “sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni”».
La giurisprudenza ordinaria ha già prodotto sentenze interessanti…
«E’ recente la decisione del Tribunale di Belluno che, sul ricorso dei dipendenti delle RSA che (liberamente) non si erano voluti vaccinare, ha dato ragione ai datori di lavoro che li avevano collocati in ferie obbligate. Osservando che “la permanenza dei ricorrenti nel luogo di lavoro comporterebbe per il datore di lavoro la violazione dell’obbligo di cui all’art. 2087 c.c. il quale impone al datore di lavoro di adottare tutte le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica dei suoi dipendenti”».
…che vanno nella direzione della tutela dei lavoratori.
«Esatto, visto che, continua la sentenza, “è ormai notorio che il vaccino per cui è causa - notoriamente offerto, allo stato, soltanto al personale sanitario e non anche al personale di altre imprese, stante la attuale notoria scarsità per tutta la popolazione - costituisce una misura idonea a tutelare l’integrità fisica degli individui a cui è somministrato, prevenendo l’evoluzione della malattia”.
Cosa ne pensa il costituzionalista?
«Mi pare veramente una costruzione di una precisione geometrica che ci fa tornare alla essenza del nostro vivere associato. Prima ancora che un diritto in nome della salute individuale o di un obbligo in nome di un interesse della collettività, il vaccino per il Covid, in questa situazione, è un dovere deontologico per le categorie indicate come prioritarie dal legislatore. Del resto la salute è diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività, come dispone l’art. 32 Cost.».
Il tema riguarda la disponibilità vaccinale e la sua obbligatorietà 
«Ormai il vaccino è disponibile praticamente per tutti, per cui si potrebbe pensare a un obbligo per legge e a sanzioni per i non vaccinati. Ma il tema è delicato e prima ancora di un obbligo mi pare opportuno passare da forme di incentivazione e anche di informazione. Tanti non si vaccinano per mancanza di informazione e di spiegazioni».
Ci sarebbe il rischio di una violazione costituzionale.
«Per la precisione dell’articolo 3, e non è un’ipotesi remota: i cittadini non vaccinati verrebbero discriminati per condizioni personali. Discriminazione paventata anche dal Consiglio d’Europa in una risoluzione dello scorso gennaio».
Il tema è dibattuto…
«Perché il desiderio di ripresa dell’attività economica e della socialità, va sempre contemperato con l’interesse sanitario, collettivo e non solo individuale. Occorre cautela. Ma soprattutto una importante campagna di informazione, incentivazione e assistenza».
Si può imporre il vaccino, a questo punto?
«Certo, è possibile, ma va statuito con legge ordinaria ai sensi dell’art. 32 della Carta costituzionale, o anche con decreto legge, per come accaduto agli esercenti le professioni sanitarie con il già citato Dl 44 del 2021. In questo momento mi sembra politicamente difficile percorrere la strada dell’obbligo vaccinale per i cittadini “normali”, e sicuramente è auspicabile incentivare la vaccinazione come dovere di solidarietà sociale».
Siamo sotto il cielo della nostra Costituzione
«Perché la nostra vita associata comporta di adempiere ai “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Non solo diritti. E’ bene non dimenticarlo».

Panorama.it                                                          Egidio Lorito, 20/07/2021

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