Cronache delle Calabrie - Cosenza (CS)

Colazione-al-grand-hotel-Marina-Ripa-di-meana

La Ripa di Meana racconta una stagione indimenticabile

Tutte le volte che mi capita di conversare con lei, i minuti scorrono veloci come il suo carattere: esplosivo, diretto, coinvolgente da donna volitiva che crede strenuamente nell’amicizia ed alla quale, mi confessa, ha dedicato l’ultima uscita editoriale, Colazione al Grand Hotel. Moravia, Parise e la mia Roma perduta (Mondadori, 2016). E così, complici alcune storiche amicizie comuni -dall’indimenticato Rolly Marchi sino a Giampiero Mughini che di Marina e Carlo Ripa di Meana fu testimone di nozze, nel 2002, vent’anni dopo il rito civile del 1982 -all’epoca, Antonio Giolitti e Bettino Craxi per lui, Alberto Moravia e Goffredo Parise per lei- e due conversazioni di piazza tra Maratea e Praia, torniamo a scavare nella cassetta dei ricordi e delle emozioni, tra aneddoti e sorprese. “Non perdere tempo, inventati ogni minuto della vita” è il suo motto preferito: lo seguo alla lettera…     

Ossidiana_Incontri-tra-le-righe

“Difendo il paradiso Occidente perché così posso ancora pensare, scrivere, insegnare un’idea di bellezza che si riscatti da quel mondo effimero in cui la modernità l’ha confinata e dove tanti improvvisati suoi cantori degli ultimi tempi continuano, inconsapevolmente e loro malgrado, a relegarla. Bellezza che dia senso alla vita; impegno nel fare cose belle perché in esse è custodito il valore di una civiltà; decidersi a essere responsabili politicamente della bellezza del mondo. Il desiderio di bellezza e l’esigenza di conoscerne i segreti sono una testimonianza della nostra umanità”.  Dilatare il più possibile lo spazio a disposizione con uno degli intellettuali più fini del nostro panorama culturale: non nego sia questo lo scopo della conversazione con Stefano Zecchi che incontro nuovamente in occasione della sua ultima uscita editoriale (“Paradiso Occidente. La nostra decadenza e la seduzione della notte”, Mondadori, 2016) per analizzare i temi portanti della ricerca che ha come oggetto ed obiettivo dichiarato la società occidentale, apparentemente sospesa tra un passato aulico e di grande fascino culturale ed un presente tutt’altro che roseo.   

Ossidiana_Incontri-tra-le-righe

Alla fine degli anni ‘90, all’interno dell’allora Dipartimento di Sociologia e Scienza Politica dell’Università della Calabria, vide la luce l’Osservatorio per lo studio dei processi culturali e della vita quotidiana, cui venne dato il nome esotico e ben augurante di “Ossidiana”. Quella struttura, che mutuava il nome da quello di una pietra lavica ben nota sin dall’antichità per le sue caratteristiche di duttilità, venne “pensata e costruita” -si sottolineò- “come uno spazio aperto e vivace di incontro, confronto e discussione, di analisi, riflessione e ricerca su tematiche che, sin dall’inizio, sono state attinenti alla cultura e alla vita quotidiana, alla memoria, alla teoria sociale, alla comunicazione, ai media e ai consumi culturali, e che, più recentemente, hanno incluso anche le migrazioni, la sfera pubblica, gli studi culturali e gli studi postcoloniali.

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Il focus del sociologo Leccese nel suo libro sulle “Maffie”

Ho incontrato e conosciuto  Andrea Leccese la scorsa estate a Scalea, nel corso di una serata dedicata al suo ultimo saggio che mi era stato chiesto -ringrazio ancora gli organizzatori dell’incontro…-  di presentare. Il tema rientra tra quelli che più attirano l’attenzione della platea, anche in clima estivo, perché quando si discorre di fenomeno mafioso, di legami con le istituzioni, di contrasto da parte dello Stato e di quant’altro, credo non si possa -debba?-  rimanere in neutra attesa.  Incuriosisce subito il titolo con un raddoppio consonantico -maffia- che merita un approfondimento preliminare, non senza sorprese, quasi a spiazzare chi da sempre accoppia termine e genesi geografica. Un centinaio di pagine dall’approccio agevole compongono questo instant book, dedicato “agli italiani onesti”, nel quale trovano il dovuto spazio molti dei protagonisti dell’oramai pluridecennale lotta alla criminalità di stampo associativo.     

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Una rilettura pedagogica del rapporto fra discepoli e maestri

Questa conversazione è sicuramente più partigiana di tante altre. Luciano Corradini non è solo una delle massime autorità in tema di pedagogia, di educazione giovanile, di cultura della legalità e senso delle istituzioni: per me è, da un buon trentennio, un esempio fulgido di cultura morale, di assoluta disponibilità umana ed accademica, un interlocutore amabile cui affidare dubbi, perplessità, interrogativi. E, soprattutto, di amicizia personale.  Nel corso di un breve ma intenso periodo, la sua abitazione di Milano in Via Tadino 15 -una parallela del commerciale e trafficato Corso Buenos Aires- è stata molto di più di un rifugio culturale: allo stesso numero civico vi era la casa Editrice Mursia, il centro fondato dall’indimenticabile Padre Davide Maria Turoldo, il celebre Studio d’Arte Moderna Marconi e non era difficile imbattersi, lungo le scale, con un certo Roberto Vecchioni. Ma questa è un’altra storia…

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Il percorso di fede e l’impegno intellettuale di Peppino Serio

Anni di battaglie condotte sul fronte dei diritti umani e dell’educazione alla legalità sembrano proprio non pesare su Peppino Serio che rilancia il tema più caro a lui ed all'intera comunità pedagogica italiana, raccolta in Calabria dalla fine degli anni Settanta attorno ad un progetto culturale che era soprattutto -e lo è tutt’ora- un forte e sentito progetto umano. La vita personale e professionale di questo dinamico filosofo e pedagogista -classe 1925- subì un’improvvisa accelerazione all’indomani della tragica scomparsa del giovanissimo figlio Gianfrancesco travolto sul ciglio di un’arteria praiese a seguito di un drammatico incidente stradale: fu la creazione dell’Associazione degli Amici dell’Uomo (dal 1977 al 1979) fondata con lo scopo di onorare la memoria del giovane e farsi promotrice di una cultura che tutelasse la vita umana, la pace e i diritti umani, ad avviare un’intensa attività scientifica capace di attirare proprio a Praia uno stuolo imponente di personalità della cultura nazionale ed internazionale, pronte ad animare gli ormai famosi convegni di studio, dedicati ogni due anni a tematiche di forte impatto sociale.

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