Il presidente emerito della Corte costituzionale, Valerio Onida, mette in guardia gli elettori, invitandoli a non cedere a umori momentanei. E spiega: << Ridurre il numero dei componenti delle assemblee non introduce squilibri nei rapporti fra organi costituzionali e non ne altera la rappresentatività>> .
<<Andiamo a votare con razionalità, non cedendo agli umori ma badando alle argomentazioni>>. Valerio Onida, Professore emerito di Diritto costituzionale all'Università degli Studi di Milano, di cui è stato ordinario dal 1983 al 2009, venne eletto giudice costituzionale dal Parlamento in seduta comune il 24 gennaio 1996, divenendo presidente della stessa Corte il 22 settembre 2004 e rimanendo in carica sino al 30 gennaio 2005. Candidato alle primarie del centrosinistra alla carica di sindaco di Milano, nel 2010, raccolse il 13,41% dei voti, dietro al vincitore, l’avvocato Giuliano Pisapia, eletto poi sindaco, ed all’architetto Stefano Boeri. Presidente dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia e già alla guida dell’Associazione italiana dei Costituzionalisti, è una delle voci più ascoltate e seguite nel panorama politico-costituzionale del Paese.
Il professor Silvio Gambino spiega perché ha firmato l'Appello dei costituzionalisti per il No al referendum: «Mancherebbero i numeri necessari per la costituzione degli organi interni».
La drastica riduzione del numero dei parlamentari non è fondata né su "calcoli aritmetici" né su alcun valido modello istituzionale di riferimento. Anche per questo ho firmato l'Appello dei costituzionalisti per il No». Il professor Silvio Gambino analizza «lo stress evidente cui è sottoposta tanto la rappresentatività del Parlamento (rispetto ai soggetti e ai territori), tanto la sostenibilità del funzionamento della vita parlamentare nel suo complesso». Professore emerito di Diritto pubblico comparato all'Università della Calabria, di cui è stato ordinario dal 1994 al 2016, Gambino si è specializzatosi sui temi del diritto costituzionale italiano e comparato. Ha indirizzato la propria indagine scientifica sul diritto interno e sul «multilevel constitutionalism», tanto da vedersi riconosciuto, presso l'Università di Nancy 2, in Francia, il dottorato honoris causa. Panorama.it ha conversato con lui a pochi giorni dall'appuntamento referendario, previsto per il 20 e 21 settembre.
Il professor Pasquale Stanzione, neo garante per la protezione dei dati personali, spiega che ha intenzione di promuovere una nuova cultura della privacy, <<straordinaria “costellazione di diritti”>>.
<<La privacy permea, come un’esigenza fortissima, la vita quotidiana di tutti, non solo delle persone note al pubblico o di quelle comuni, quanto soprattutto persone meno protette, cui dedicheremo massima attenzione>>. Il neo Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, uno dei massimi studiosi italiani di diritto privato, è chiamato a entrare nel merito di delicate questioni che spaziano dalla riservatezza sui dati personali e sensibili, alla libertà dell’informazione e della comunicazione. Senza dimenticare l’accesso all’universo telematico e il riconoscimento dei nuovissimi diritti che vengono a situarsi sul crinale complesso e spesso inquietante del tema a tutti più caro: quello della libertà.
L’ex presidente della Corte costituzionale spiega qual è la vera posta in gioco del prossimo appuntamento alle urne. Forte della sua cultura giuridica, sgombra il campo da equivoci e argomentazioni pretestuose. Per poi concludere: <<Che il Governo si rafforzi o che vada in frantumi in conseguenza di questo referendum , mi sembra una balla>>
«Non c'è alcun principio supremo della Costituzione che impedisce di ridurre i parlamentari nella misura proposta dalla legge.
Quindi, pur senza grande passione e trasporto, al referendum voterò per il "Sì"».
Intervista al professor Luciano Corradini, autorevole pedagogista e autorità in tema di educazione civica.
Intervista al professor Mario Caligiuri, autore del libro Aldo Moro e l’educazione civica. L’attualità di un’intuizione
Se a settembre l’educazione civica tornerà nelle scuole è anche merito di Luciano Corradini. L’accademico cattolico, che è anche stato Sottosegretario alla Pubblica Istruzione, si è battuto a lungo per ridare dignità alla grande intuizione di Aldo Moro che era poi diventata la cenerentola della scuola italiana. Ma ora, come racconta a Panorama, ha vinto la sua battaglia.