2019

Il ministro della salute, Grillo: "Situazione grave"
Il deficit del comparto ammonta a 127 milioni di euro. In arrivo un decreto

Bisognerebbe chiederlo ai cittadini calabresi cosa pensano dello stato in cui versa la sanità nella loro terra, tra strutture obsolete, ospedali mai terminati, guerre intestine, emigrazione sanitaria, a fronte di alcune eccellenze che, ovviamente, mai emergeranno, anche alla luce del blitz del Ministro della salute, fresca di visita ad alcune strutture ospedaliere regionali, dopo il clamore suscitato dal recente servizio degli inviati de Le Iene che avevano sollevato l’ennesimo polverone mediatico. Meglio tardi che mai, si dirà: intanto il comparto sanitario, ennesima beffa di questa regione, si presenta come il malato terminale al cui capezzale il Ministro Giulia Grillo è voluta correre per portare conforto, facendo sentire la vicinanza del governo, insieme ai commissari Saverio Cotticelli e Thomas Schael ed al prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari: “non avrei mai pensato che la situazione fosse così grave. Avevo notizia della gravità che sta soffrendo questa regione e mi metto nei panni dei calabresi in una regione, unica in Italia, che ha visto peggiorati i Lea (Livelli essenziali di assistenza, nda) ed è peggiorato anche il disavanzo sanitario”.

Il rapporto dei nostri 007

La relazione annuale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), non lascia dubbi: l’organo di cui si avvale il Presidente del Consiglio dei ministri per le funzioni informative indirizzate alla protezione della sicurezza interna, pone l’indice sulle economie illegali e gli affari delle mafie, confermando il primato di quella calabrese. La ‘ndrangheta, infatti, si piazza, ancora una volta, in cima alla classifica, sia per la gestione globale del narcotraffico, delle cui conoscenze si avvalgono la Camorra e Cosa nostra, che per quella dei rifiuti, settore in cui le cosche calabresi si sono particolarmente affinate. Per i tradizionali settori del terrorismo internazionale, il fenomeno più preoccupante sembra essere quello dei c.d. “radicalizzati in casa”, vera e propria croce dell’intelligence italiana: i nostri Servizi segreti, infatti, lo descrivono come un settore “sempre più ampio e sfuggente”, da sottoporre ad attento monitoraggio per evitare che si possa passare “dalla radicalizzazione all’attivazione violenta”.

La truffa delle auto di lusso: incassavano l’anticipo e sparivano

La Guardia di Finanza di Venezia e i Carabinieri di Chioggia hanno dato esecuzione a sei ordinanze cautelari personali di obblighi di dimora nei confronti di residenti nelle città di Venezia, Padova, Vicenza, Treviso, Reggio Calabria e Caltanissetta: gli indagati dovranno rispondere di riciclaggio in quanto dopo aver ricevuto cospicue caparre rilasciate per l’acquisto di auto di grossa cilindrata, omettevano di consegnarle agli acquirenti, del tutto ignari che alle loro spalle si stava consumando un giro di riciclaggio. Complessivamente sale a quindici il numero degli indagati all’esito di sedici perquisizioni ed al sequestro di sette auto di pregio ed alla somma di 600 mila euro, sicuramente l’ammontare delle singole caparre consegnate. Nella più classica delle ipotesi, gli acquirenti consegnavano somme importanti per realizzare il sogno di guidare Maserati, Bmw X5, Mercedes, Audi, Land Rover, senza che poi si potessero accomodare al volante dei lussuosi automezzi.

Importante operazione delle forze dell’ordine tra Calabria, Sicilia e Veneto.

Arrestate 11 persone, 4 italiani e sette stranieri. Questi ultimi erano diventati il terrore degli esercizi commerciali
Un pericoloso sodalizio criminale italo-rumeno è stato sgominato all’esito di una complessa operazione di polizia che ha interessato, in Calabria, le città di Lamezia Terme, Cosenza, Corigliano e Seminara, oltre Catania e Venezia, con controlli ora estesi all’intera area di Schengen, finalizzati alla cattura degli ultimi due componenti della banda. I Carabinieri del Gruppo di Lamezia Terme, agli ordini del colonnello Massimo Ribaudo e i colleghi della Compagnia agli ordini del capitano Pietro Tribuzio, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della Procura di Lamezia Terme diretta dal Procuratore capo Salvatore Curcio, nei confronti di 11 indagati che divisi in due diversi sodalizi, si erano resi responsabili di furti e rapine ai danni di uffici postali ed esercizi commerciali lungo la costa tirrenica cosentina e nell’area della città di Lamezia Terme.

Fermato un clan attivo tra le province di Verona, Venezia, Vicenza e Treviso

Dopo due anni di indagini, un’operazione del Ros dei Carabinieri di Venezia, coordinata dalla locale Direzione distrettuale antimafia, in collaborazione con diversi Comandi provinciali e con il supporto dei Nuclei Elicotteri di Bolzano e Belluno e delle Unità Cinofile di Padova, ha disarticolato un pericoloso clan di ‘ndrangheta attivo tra le province di Verona, Venezia, Vicenza e Treviso, con ulteriori ramificazioni ad Ancona e Genova, e base originaria a Cutro, nel crotonese, ove il sodalizio del capo clan, Domenico Multari, è ritenuto contiguo al gruppo egemone Grande Aracri. L’operazione, denominata“Terry”, ha portato all'esecuzione di 7 ordini di custodia cautelare e 20 perquisizioni con la contestazione, per tutti i ristretti, di reati che vanno dall’estorsione alla violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, dal trasferimento fraudolento di valori alla resistenza a pubblico ufficiale; si è inoltre fatto luce su un misterioso incendio avvenuto nel porto di Alghero, nel 2015 e su ipotesi di minaccia e tentata frode processuale, il tutto avvinto dalle modalità mafiose contestate in base al 416 bis del codice penale.

Operazione della direzione distrettuale antimafia di Potenza

21 indagati e 17 arresti accusati di appartenere a un’associazione di stampo mafioso

Coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza, diretta da Francesco Curcio, con il supporto di 150 Carabinieri del Comando Provinciale di Matera e del Ros, coadiuvati da unità cinofile, e con il supporto di un elicottero, ha inferto un duro colpo ad un sodalizio criminale che imperversava da tempo sul litorale jonico lucano, con base a Scanzano Jonico, in provincia di Matera. 21 gli indagati dell’operazione “Centouno” -17 sono gli arrestati- a vario titolo perché partecipi di un’associazione di stampo mafioso specializzatasi nel racket delle estorsioni, negli incendi ai danni di aziende agricole operanti nel settore orto-frutticolo e di aziende edili del Metapontino, nelle rapine, nello spaccio di stupefacenti, sino ad un episodio di tentato omicidio: da oltre due anni i partecipi del sodalizio erano al centro di serrate indagini tra i comuni di Scanzano e Policoro, ovvero lungo la fascia costiera lucana stretta tra le province di Cosenza e Taranto.

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