Sono passati 27 anni, eppure sembra ieri. Milano, 28 maggio 1980: Walter Tobagi, un giovane giornalista di origini umbre, inviato speciale ed articolista del “Corriere della Sera”, dal 1978 presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti e consigliere della Federazione Nazionale della Stampa -uno che stava distinguendosi per il rigore scientifico del suo approccio professionale e per l’attaccamento ad una professione che si era praticamente cucito addosso- sta recandosi a prendere l’auto nel garage a pochi metri dalla sua abitazione.
Sono passati 27 anni, eppure sembra ieri. Milano, 28 maggio 1980: Walter Tobagi, un giovane giornalista di origini umbre, inviato speciale ed articolista del “Corriere della Sera”, dal 1978 presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti e consigliere della Federazione Nazionale della Stampa -uno che stava distinguendosi per il rigore scientifico del suo approccio professionale e per l’attaccamento ad una professione che si era praticamente cucito addosso- sta recandosi a prendere l’auto nel garage a pochi metri dalla sua abitazione. Un commando di terroristi della Brigata XXVIII Marzo -un raggruppamento affiliato alle Brigate Rosse, che cerca di mettersi in evidenza con gesti plateali al fine di accedere nel livello più alto della lotta terroristica- lo attende in Via Salaino. Marco Barbone e Mario Marano erano i componenti del gruppo di fuoco: giovanissimi e per di più figli della Milano bene.
A tu per tu con...
“Non potrei indicare la data del giorno in cui vidi per la prima volta la neve. Ma il momento si. Ero bambino, all’asilo di Lavis, forse avevo quattro anni. Quel mattino le nubi erano alte nel cielo, vedevo solo nubi, le rocce della Paganella e gli alberi del giardino, poi le nuvole si abbassarono a toglierci ogni visione. Improvvisamente un’onda plumbea parve attraversare la valle come un segno di immensa potenza, ebbi paura, tutti eravamo impauriti, forse anche le suore che presero a correre in mezzo a noi bambini, gridandoci di stare fermi. Dopo alcuni minuti il vento si placò e nell’aria vedemmo dondolare foglioline bianche: la neve!
A tu per tu con...
Marco Roncalli è l’addetto-stampa dell’Editrice La Scuola di Brescia: la storica sede di Via Cadorna -che abbiamo già ospitato grazie alla conversazione con il pedagogista Luciano Corradini- ha risposto alla mia richiesta di dialogare con autori di recente pubblicazione. Conosco personalmente la precisione e l’impegno professionale della terra lombarda, figuriamoci se una casa editrice di questo spessore non risponde almeno al mio cortese invito per una proposta di intervista: “le invio i riferimenti dello psicoterapeuta Domenico Barrilà: con “C’è una logica nei bambini” appena dato alle stampe, ha permesso il ritorno della psicologia di servizio.
Ritorno nel giro di pochi giorni ad uno dei temi a me più cari: saranno l’imminente appuntamento elettorale e le continue sollecitazione che provengono dal personale impegno associativo ed accademico, ma reputo il tema della partecipazione politica come preliminare ad ogni tipo di ragionamento in materia. Cosa sia, chi partecipa e perché, come si partecipa, sono interrogativi da sempre al centro del dibattito scientifico che impegnano la scienza politica sin dalla sua affermazione tra le discipline di settore.