Questa volta non si è limitato a raccogliere le emergenze ambientali di una terra che non smette mai di affascinare e sorprendere. Pollino, Alto Ionio e Sibaritide, Monti dell’Orsomarso, Alto Tirreno e Golfo di Sant’Eufemia, Catena Costiera, Sila, Marchesato e Promontorio di Capo Rizzuto, Serre, Golfo di Squillace e Basso Jonio, Aspromonte, Promontorio del Poro e Costa Viola, sono stati sinteticamente posizionati al solo scopo di dare continuità geografica alla natura calabrese.
Non è passato neanche un anno e quella che i colleghi giornalisti definiscono orami “la pagina delle intercettazioni” è cresciuta a dismisura, tanto da essere la più letta dei quotidiani: sembra che agli italiani non interessino più la politica, la cultura, lo sport: interessa solo leggere (e commentare) estratti di migliaia di pagine di intercettazioni telefoniche.
Succede con tutte le aree di confine: ma qui succede ancora di più, perché la Storia -da queste parti- ha inesorabilmente legato al filo doppio le nostre terre ed il nostro mare. Lo sostengo da almeno un decennio: il dibattito l’ho condotto dapprima sul piano della ricerca e della pubblicistica, tanto da dedicare alle mie due Regioni l’ultimo “Tracce di Calabria”, che solo il titolo potrebbe ingannare il lettore meno attento;molto più di recente, il tema lo sto trasferendo sul piano più squisitamente antropologico: non me ne vogliano gli addetti ai lavori -tranquilli, non ruberò loro la professione!- ma ci sarà pure un motivo se nella mia vasta schiera di frequentatori, di ragazze e ragazzi con cui condivido ormai molto di questa esistenza, la percentuale dei “lucani” supera di gran molto quella dei “calabresi”.
L’avevo promesso! Annamaria, Antonella D’, Antonella Z., Antonio, Carmine, Chiara, Daniela P., Daniela T., Domenica, Edmea, Emilia, Enza, Enzina, Enzo, Francesca, Giovanni T., Luisa, Magda, Manuela, Mariahelena, Mariangela, Marianna, Marilia, Moira, Nicola, Roberta, Rosamaria, Rosita, Rita, Simona, Stefania C., Stefania S., Ylenia. Letta così, tutta d’un fiato, sembrerebbe una bella formazione di calcio, d’altronde siamo in clima da coppa del mondo.
"Brigitte era la ragazza del tempo nuovo, della strada nuova, della città nuova, la portabandiera della generazione in jeans e maglione che stava cambiando il volto del mondo occidentale”. Di questa ragazza esplosa in tutta la sua prorompente bellezza alla metà degli anni ’50 del secolo appena trascorso, Giampiero Mughini parla nel suo ultimo “E la donna creò l’uomo.Lettera d’amore a BB ( Mondadori, 2006), nel quale il giornalista-scrittore ritorna ad uno dei suoi temi più cari: quello della bellezza femminile, appunto.