“Pensare ad una strategia didattica di prevenzione dell’illegalità e della criminalità in difesa della democrazia richiede una riflessione preliminare sullo status attuale della nostra democrazia, per cui diventa necessario porsi, anzitutto, qualche domanda sul sistema democratico e sull’istituzione Stato in Italia. Dipenderanno, ovviamente, dal grado di democraticità delle nostre istituzioni e della nostra società, in generale, le strategie educative e didattiche che sarà necessario sviluppare per affrontare le possibilità di prevenzione dell’illegalità e della criminalità organizzata come richiesto dal tema qui oggetto di riflessione”.
La ricerca dell’Ufficio Regionale di Parità
“Ho scritto molte monografie su terre e comunità e molte biografie di personaggi illustri, ma per la prima volta mi sono trovato a comporre una ricerca sulla presenza delle donne in mezzo a noi (…). L’impulso mi è stato offerto dall’Ufficio della Consigliera Regionale di Parità, Marisa Fagà; successivamente sono stato confortato nella continuità e sollecitudine intelligente e garbata dalla sua successora avv. Maria Stella Ciarletta e dalla consigliera supplente prof.ssa Tommasina Lucchetti. A loro debbo gratitudine per l’opportunità avuta di costanti scambi di idee e di poter compiere una libera esplorazione sempre più sorprendente”.
A tu per tu con...
Impietosa e reale l’analisi di Mauro Francesco Minervino, l’antropologo prestato alla letteratura
“Mi fu sempre difficile spiegare che cos’è la mia regione”. Un incipit di Corrado Alvaro, datato 1925, è il filo rosso delle ultime serrate riflessioni di Mauro Francesco Minervino, professore di Antropologia Culturale ed Etnologia, scrittore e notista sulle pagine culturali de “Il Riformista”, “L’Unità”, “Il Manifesto”, “Il Mattino”, “Il Quotidiano della Calabria”, l’“International Herald Tribune”. Un intellettuale a tutto tondo che si è sempre occupato di temi legati alla sua terra -alla nostra terra- focalizzati da una prospettiva giustamente antropologica, tanto che il suo “In fondo a Sud” (Philobiblon Edizioni, Ventimiglia 2006) si guadagnò la Prefazione di Marc Augè: quelle pagine parlavano semplicemente di una Calabria che egli avrebbe voluto diversa da quella tragica e reale che scorgiamo appena fuori dall’uscio di casa nostra.
Guida storico-naturalistica ed escursionistica al gruppo dei monti Mancuso, Reventino, Tiriolo e Gimigliano
Forse solo ora ci stiamo accorgendo che, in fondo, la Calabria, più che una terra di mare, è una terra di montagne. Pollino, Orsomarso, Catena Costiera, Sila, Serre, Aspromonte: questi i sei principali gruppi montuosi di una regione geografica che non smette mai di stupire, affacciata per 780 chilometri sul mare ma poi magicamente ripiegata su sé stessa in un esteso entroterra di cime dolomitiche, pascoli alpini, paesaggi ora svizzeri ora scandinavi. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per presentarla come una terra esclusivamente appenninica: tutto, fuorché una “regione di mare”. E allora, come per magìa, ecco spuntare il settimo gruppo montuoso della Calabria, forse il meno noto al grande pubblico, ma non per questo il meno affascinante: “questo libro è dedicato a una piccola-grande area montuosa del Sud-Italia. Piccola perché meno vasta e meno nota anche degli altri principali massicci montuosi, anche calabresi, divenuti parchi nazionali.
Con la II^ edizione della rassegna “Praia, a mare con…” gli organizzatori hanno proseguito nell’obiettivo di offrire a residenti e turisti un ampio ventaglio di proposte culturali, candidando la località turistica alto-tirrenica a sede di uno degli appuntamenti di maggiore prestigio culturale nell’intero panorama nazionale. L’idea vincente di trasformare la centralissima Piazza Italia nel nuovo “salotto culturale” della Calabria è proseguito con maggiore vitalità e con alcune novità sostanziali: innanzi tutto, grazie alla stretta sinergia con gli eventi musicale organizzati dalla Spot Italia (“Praia World Festival” e “Sonora. Una musica per il cinema”), è stato possibile ottenere una maggiore copertura mediatica e pubblicitaria; poi, l’idea -lanciata quest’anno- di avviare un gemellaggio culturale con Cortina D’Ampezzo, la “Perla delle Dolomiti” grazie ad un continuo scambio di iniziative ed autori, ha reso ancora più stimolante l’intenzione di far uscire la ridente località costiera calabrese da un certo isolamento culturale, per imboccare -finalmente- la strada di una rapida ascesa nel turismo di qualità.
Non capita spesso che la nostra terra di Calabria si conquisti spazi di assoluto pregio nella pubblicistica nazionale: la cronaca quotidiana riferisce continuamente di una Regione sotto lo schiaffo di clan malavitosi, di malapolitica, di indagini della Magistratura. Insomma, un quadro desolante al quale noi calabresi abbiamo fatto l’abitudine, mentre all’ombra della Alpi ci si chiede se questa sia -veramente- una delle aree più povere e sbandate d’Europa. Recentemente mi è capitato di prendermi una bella rivincita, personale e regionale: lo scorso ottobre, anticipato dall’inconfondibile timbro lombardo (di adozione) e trentino (di nascita), ricevo la gradita telefonata di Rolly Marchi, il “Signor Trofeo Topolino”, l’instancabile animatore degli ultimi sessant’anni di vita sulla neve, di quell’impareggiabile mondo sportivo e mondano che è il “circo bianco”; ma anche il cantore delle sue Dolomiti, quelle di Lavis, poco sopra Trento, come delle immacolate Tofàne, vanto della superba e ricercata Cortina.